Poste, tra buone notizie (ritiro delle raccomandate più facile) e soliti problemi
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Poste, tra buone notizie (ritiro delle raccomandate più facile) e soliti problemi

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Pubblicato il 19 Giugno 2017

L’annuncio l’ha dato qualche giorno fa il Giornale di Brescia: “Raccomandate inesitate raddoppiano i punti di ritiro“. Inesitate è un termine burocratico che si riferisce a ciò che il portalettere non ha potuto consegnare a causa dell’assenza del destinatario. Superato il fastidio per un linguaggio così lontano dalla realtà, la novità va sicuramente sotto il capitolo delle buone notizie.

 

INDIRIZZI VECCHI E NUOVI

Fino a oggi raccomandate e pacchi inesitati si possono ritirare solo in 9 uffici postali: piazza Vittoria, via Trento, via Romanino, Bettole di Buffalora, Mompiano, San Polo, via Don Vender, Sant’Eufemia e Stocchetta.

Da fine giugno l’elenco si amplia con 14 nuovi uffici postali abilitati: Mandolossa, San Polo, via Lombroso, via Moretto, via Santa Caterina, via Baracca, via Bevilacqua, corso Magenta, villaggio Ferrari, via Cipro, via Caduti del lavoro, villaggio Sereno, via Bologna e via Grandi.

 

MARSILI (POSTALI CISL): POTENZIARE IL PERSONALE

Per una volta Poste Italiane sembra fare qualcosa di gratuito che favorisce i cittadini. Rimane però sullo sfondo il problema vero di questa azienda: il mancato potenziamento del personale. Lo ricorda Celso Marsili, segretario generale dei Postali Cisl che rispondendo ad una domanda del Giornale di Brescia ha dichiarato: “Per gli utenti sarà positivo poter ritirare raccomandate e pacchi in uffici più vicini a casa, cosa non trascurabile per gli anziani. Problemi? Potrebbero esserci nei nuovi uffici abilitati al servizio a causa dell’aggravio di lavoro e dell’allungamento delle code agli sportelli. Crediamo che sia importante potenziare il personale, facendo in modo che tutte le postazioni di ogni singolo ufficio siano aperte e non sguarnite come accade oggi per i frequenti distacchi di operatori da un ufficio all’altro, a copertura di carenze ormai croniche. Altra questione da non dimenticare sono i corsi di formazione. Nessuno è ancora stato addestrato al compito, ma le nuove lavorazioni lo richiedono”.