Montagna abbandonata. Fai Cisl denuncia: gravissime responsabilità di Regione Lombardia
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Montagna abbandonata. Fai Cisl denuncia: gravissime responsabilità di Regione Lombardia

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Pubblicato il 31 Gennaio 2017

La distanza tra ciò che dichiarano gli esponenti della Giunta regionale lombarda e gli atti di governo è inaccettabile”.

Ad affermarlo è Oliviero Sora, segretario regionale della Fai Cisl: “Da due anni ormai chiediamo ai vertici di Regione Lombardia di fermare il disimpegno verso la montagna e i suoi abitanti. Non si sono mai degnati di una risposta e nel frattempo quelle che erano preoccupazioni da affrontare rischiano di trasformarsi in vere e proprie emergenze”.

CLAMOROSI RITARDI

La dimostrazione più evidente è il clamoroso ritardo nell’avvio dei bandi del Piano di sviluppo rurale, sia per la forestazione che per la viabilità montana, problema ingigantito dal mancato finanziamento della legge regionale 31/2008, il testo unico in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale. “Nella previsione del bilancio del 2017 – spiega Sora – si era addirittura deciso di azzerare il finanziamento per la gestione del Demanio regionale che fino al 2016 era di 300.000 euro per la gestione di 23.000 ettari di territorio e solo l’impegno messo in campo da più parti, oltre che dai vertici dell’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, ha permesso di recuperare un minimo di investimenti”.

MAI UN SEGNALE DI ATTENZIONE

Le sollecitazioni sindacali sono state riprese lo scorso 8 novembre da una mozione urgente al Presidente del Consiglio regionale firmata da consiglieri di tutti i gruppi, compreso quelli di maggioranza, in cui si impegnava l’Assessorato competente a dare urgente attuazione agli interventi previsti dal PSR in tema di foreste. A pochi giorni di distanza anche i presidenti delle Comunità Montane lombarde raccoglievano quell’appello manifestando la loro preoccupazione in una lettera invaiata al presidente della Giunta regionale. Da Palazzo Lombardia non è mai arrivato un segnale di attenzione, neanche di fronte ai 300 operai dei Consorzi forestali che hanno manifestato in dicembre davanti alla sede del Consiglio regionale.

UN ANNO DI INATTIVITÀ NELLA DIFESA DEL TERRITORIO

Ad oggi – conclude il segretario della Fai Cisl Lombardia – sono partiti solo due piccoli bandi, uno riguardante i servizi ambientali, l’altro la salvaguardia dei sistemi malghivi. Troppo esigui e troppo tardi. Il fatto è che se anche la Regione decidesse improvvisamente di uscire dall’indifferenza che ha mostrato in tutti questi mesi verso la montagna e i suoi problemi rendendo operativi tutti i bandi congelati fino ad ora, vista la burocrazia che grava sulle procedure, fino ad autunno inoltrato non si potrebbero avviare i lavori. Significa che la Regione ha di fatto condannato i lavoratori ad un anno di inattività, cancellando dodici mesi di preziosi e capillari interventi a difesa del sistema idrogeologico del territorio montano lombardo. Una responsabilità gravissima”.