Preoccupato appello dell’Anolf, l’associazione promossa dalla Cisl sulle problematiche dell’immigrazione, per lo stallo della riforma della legge sulla cittadinanza che riconosce ai figli d’immigrati nati e cresciuti in Italia il diritto di essere considerati italiani.
LA RIFORMA E’ FERMA IN SENATO
Già approvata in prima lettura alla Camera il 13 ottobre dello scorso, la riforma è ferma in Senato alla commissione Affari costituzionali e rischia – visto che proprio questa commissione sarà investita dalla discussione sulla riforma elettorale – di subire uno slittamento senza prospettive.
Eppure c’è in Parlamento una larga condivisione sulla necessità di una legge organica che garantisca a tutti i figli degli stranieri nati e cresciuti in Italia, il diritto di partecipare alla vita politica e sociale di un Paese che è loro ma che oggi li considera ancora cittadini di serie B.
“Un figlio d’immigrati nato e cresciuto in Italia – si legge nell’appello dell’Anolf – non può attendere la maggiore età per avere accesso alla cittadinanza, non può aspettare 18 anni per sentirsi veramente e a pieno titolo italiano”.
UNA LEGGE CON NOVITÀ IMPORTANTI
Il testo approvato dalla Camera introduce novità importanti. Fra queste fra lo ius soli temperato che prevede l’acquisizione della cittadinanza dei minori nati in Italia a condizione che almeno uno dei genitori sia titolare di permesso di soggiorno, e lo ius culturae per tutti coloro che sono nati in Italia, ma i cui genitori non siano in possesso del permesso di soggiorno o di diritto di soggiorno permanente e per i minori stranieri arrivati in Italia entro il dodicesimo anno di età.
APPELLO A TUTTE LE FORZE POLITICHE
La conflittualità politica finisce per creare difficoltà e impedimenti all’iter dei lavori parlamentari. “Facciamo dunque appello a tutte le forze politiche – conclude Anolf – affinché la proposta di legge sulla cittadinanza” trovi al più presto una via per essere discussa ed approvata anche dal Senato, dando alle seconde generazioni degli immigrati il diritto di essere considerati italiani.