L’Ospedale di Iseo deve rimanere presidio per acuti. L’appello di Cgil Cisl Uil
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L’Ospedale di Iseo deve rimanere presidio per acuti. L’appello di Cgil Cisl Uil

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Pubblicato il 19 Dicembre 2016

ospedale-di-iseo-bsRiconsiderare le indicazioni contenute nel Piano di organizzazione strategico. Lo chiedono Cgil Cisl Uil in un documento che prende in esame l’insieme delle proposte per il prossimo triennio che l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Franciacorta ha inviato all’approvazione di Regione Lombardia.

 

Per i sindacati il nodo problematico sono le “decisioni riguardanti la struttura ospedaliera di Iseo”. Nonostante un bacino d’utenza che la vocazione turistica del territorio attesta a 500mila persone, nonostante il fatto che rappresenti il riferimento per vasta parte anche della contigua provincia di Bergamo priva di strutture ospedaliere, nonostante che i numeri confermino la sostenibilità di aree come chirurgica-ortopedica, ostetricia e ginecologia, Pronto Soccorso e servizi diagnostici, l’Ospedale di Iseo esce fortemente penalizzato dal Piano d’organizzazione della Asst di Franciacorta.

Appare evidente – scrivono Chgil Cisl Uil – la volontà di procedere. non ad una riqualificazione di miglioramento del Presidio Ospedaliero ma ad una riorganizzazione destinata a mettere a forte rischio la sua prerogativa di presidio per acuti”.

All’analisi della realtà e alle osservazioni critiche i sindacati accompagnano anche proposte concrete per salvare la struttura ospedaliera di Iseo: “avviare una fase di sperimentazione del ricovero settimanale (Week Surgery); mantenere l’Unita Operativa Complessa di Ostetricia (oltre 500 parti all’anno) per la quale è prevista una incomprensibile soppressione; potenziamento dei servizi diagnostici con un progetto specifico per l’abbattimento delle liste d’attesa”; ripristino del servizio di oncologia che si vuole trasferire a Chiari

Il documento di Cgil Cisl Uil – che fa proprie le forti preoccupazioni espresse dalle istituzioni locali e dai cittadini anche nella iniziativa pubblica dello scorso 2 dicembre – termina con un appello ai consiglieri regionali e al presidente della Commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio regionale.