Alla Fiera della contrattazione l’accordo UBI Banca: trasformare criticità in opportunità
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Alla Fiera della contrattazione l’accordo UBI Banca: trasformare criticità in opportunità

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Pubblicato il 20 Ottobre 2016

ubi-banca-2 Nel corso della sesta edizione della Fiera della Contrattazione della Cisl Lombardia, tra gli accordi giudicati dagli esperti come “modelli da replicare”, ha avuto particolare rilievo l’accordo del Gruppo UBI, selezionato e riconosciuto tra i 7 migliori accordi aziendali dell’anno.

 

L’architettura dell’accordo – spiega Andrea Battistini, coordinatore della First Cisl nel Gruppo Ubi – risale al 2012: a fronte della prima grande riorganizzazione del gruppo (che aveva l’obiettivo di ridurre il costo del lavoro per 115 milioni di euro attraverso i prepensionamenti, i licenziamenti, le giornate di solidarietà obbligatorie, le deroghe al contratto nazionale di lavoro, alla contrattazione aziendale) il tavolo sindacale è riuscito a ribaltare l’originaria impostazione aziendale”.

L’esito di quel primo negoziato fu positivo: prepensionamenti incentivati e volontari (951 lavoratori), contratti di solidarietà volontari, limitate delle deroghe al contratto nazionale (godimento delle ferie e delle ex festività nell’anno di maturazione, taglio del lavoro straordinario), tagli alle consulenze aziendali e ai costi della governance, garanzie su tutta la contrattazione di secondo livello, in tutte le aziende per 18 mesi, percorso “facilitato” per l’accoglimento delle domande di part time, 283 assunzioni”.

La necessità di contenere il costo del lavoro aveva origine nella minore redditività determinata in particolare dalla diminuzione del margine di intermediazione, che rappresentava una parte significativa dei ricavi e che risentiva pesantemente dell’andamento regressivo dei tassi, dalla rettifiche sui crediti e dall’impatto che le nuove tecnologie hanno avuto sull’organizzazione del lavoro e sui comportamenti della clientela”.

La sfida consisteva dunque nel gestire una riorganizzazione volta alla riduzione significativa dei costi, con strumenti diversi da quelli proposti, ricercando l’ attivazione volontaria di tali strumenti da parte dei singoli lavoratori, nell’incertezza del risultato che si sarebbe raggiunto e a fronte di un’organizzazione del lavoro aziendale poco flessibile e verticale”

Il risultato ha superato le aspettative, le giornate di solidarietà (Social Day) richieste e parzialmente retribuite (40%) hanno ampiamente raggiunto, e superato, l’obiettivo iniziale sia nel 2012, che negli anni successivi, comportando alcuni disagi nella fase iniziale ma imponendo alla banca un cambio di filosofia e favorendo una minore rigidità nei processi produttivi e negli orari di lavoro”.