I sindacati hanno criticato l’operazione fin dall’inizio (per leggere la successione delle notizie basta digitare le parole “Caseifici Zani”nella casella di ricerca in alto a destra) e purtroppo le loro preoccupazioni continuano a trovare puntuali riscontri. A Cigole, Bassa Bresciana, c’è infatti ancora tensione attorno alla Caseifici Zani e alla nuova società creata dall’azienda, la Top Working, alla quale ha ceduto una parte della lavorazione e, ovviamente, il maggior numero di lavoratori. Attualmente i dipendenti della prima sono 11, mentre quello della seconda sono 31.
Fai Cils e Flai Cgil hanno intrapreso una nuova azione legale per vedere riconosciuto ai lavoratori il pagamento del salario relativo al periodo di Cassa integrazione richiesta dall’azienda ma non riconosciuta in sede di Agenzia regionale per il lavoro.
I sindacati – ha scritto i quotidiani locali nei giorni scorsi – annunciano lo sciopero a oltranza denunciando che «alcuni lavoratori, sempre i soliti già lasciati a casa senza stipendio per un anno e ancora non risarciti del danno subito, si sono visti consegnare il 25 luglio una lettera con la quale vengono distaccati dal primo al 31 agosto in una cooperativa di facchinaggio che opera in un caseificio a Carpi”.
Contro l’azienda, che si è rifiutata di spiegare le ragioni della decisione, Fai Cils e Flai Cgil annunciano che intraprenderanno ogni azione, sindacale e legale, oltre ad avere già provveduto ad interessare tutti gli enti preposti circa l’immorale e, a nostro avviso, illegale condotta della Top Working”
Lo sciopero è anche legato al fatto che se i lavoratori comandati al trasferimento “non dovessero presentarsi nella nuova sede di lavoro, rischierebbero il licenziamento”.