Sciopero e presidio in Regione dei lavoratori delle Associazioni provinciali allevatori
TORNA INDIETRO

Sciopero e presidio in Regione dei lavoratori delle Associazioni provinciali allevatori

2 min per leggere questo articolo

Pubblicato il 20 Giugno 2016

servizio assistenza tecnica allevatoriIl sistema allevatori lombardo è vicino al baratro. E’ quanto denunciano Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Confederdia regionali, che  hanno proclamate per domani 8 ore di sciopero e un presidio davanti alla sede del Consiglio regionale. Regione Lombardia e Ministero dell’Agricoltura, infatti, non hanno dato avvio ai bandi europei per lo sviluppo rurale che permetterebbero il finanziamento delle attività di consulenza e il ritiro dei licenziamenti di 40 tecnici del servizio di assistenza tecnica annunciati nei giorni scorsi. I posti di lavoro in pericolo sono complessivamente molti di più, quasi 400 nella nostra regione tra le Associazioni provinciali allevatori e la sede dell’Associazione regionale allevatori della Lombardia.

L’Associazione regionale e le Associazioni provinciali – spiega Oliviero Sora, segretario della Fai Cisl Lombardia – garantiscono con i loro operatori i controlli funzionali sulla qualità del latte, oltre a fornire diversi servizi agli allevatori sulle tecniche di allevamento, di alimentazione e di garanzia della qualità delle produzioni attraverso i controlli, gestiscono i dati e garantiscono l’unicità degli stessi ai fini delle certificazioni dei prodotti”.

Dal 2015 la Regione ha smesso di finanziare direttamente il servizio di assistenza tecnica alle aziende annunciando che il finanziamento sarebbe arrivato dai bandi europei. Le lungaggini burocratiche e la mancanza di attenzione di Regione e Ministero hanno fatto si che a tutt’oggi le varie Associazioni provinciali e interprovinciali non abbiano avuto nessun finanziamento”.

I finanziamento pubblici per tutto il sistema nazionale sono passati dai 90 milioni di euro del 2009 ai 31 milioni di euro messi a bilancio per il 2015 (dei quali per ora è stato erogato solo un acconto). La Lombardia, che svolge più del 40% dell’attività nazionale, era arrivata nel 2014 a percepire il 23% dei finanziamenti, aumentati poi al 28,4% dopo un duro confronto tra Regione Lombardia, ministero e le altre Regioni.

“Dal 2015 questo finanziamento doveva arrivare dal Piano operativo nazionale – commenta Oliviero Sora – che invece non è ancora partito e Regione Lombardia non è intenzionata a mettere a disposizione i 4,4 milioni di euro che servivano per cofinanziare i servizi. Questo sta comportando una crisi finanziaria delle strutture esistenti con il rischio di una chiusura totale del sistema e la perdita di centinaia di posti di lavoro”.