Oltre 3000 postali di Cisl, Cgil, Failp, Confsal e Ugl di tutta la regione sono scesi in piazza questa mattina a Milano e hanno sfilato in corteo lungo le vie del centro città fino a piazza Affari contro la cessione di ulteriori quote di mercato dell’azienda e per rivendicare il rinnovo del contratto. L’adesione allo sciopero è stata più del 70%, segno che le recenti inadempienze aziendali nella riorganizzazione del recapito e della logistica e la carenza continua di personale hanno fatto esplodere il malcontento.
“Abbiamo scioperato oggi per dire all’azienda e al governo – ha detto Giuseppe Marinaccio responsabile Slp Cisl Lombardia – che non potranno calpestare i nostri sacrifici e la nostra dignità. Se questa azienda gode di un attivo di bilancio da oltre 12 anni, lo deve a noi e al nostro lavoro . Diciamo no alla cessione del 30% di Poste Italiane. Le eccedenze diventeranno presto esuberi, e tutto questo si ripiegherà sui cittadini ai quali arriveranno meno servizi.”
PIÙ DI TRECENTO DA BRESCIA
Nutrita la delegazione dei bresciani che hanno partecipato alla manifestazione. Per la Cisl, oltre al segretario generale di Slp Cisl Brescia Giovanni Punzi c’era anche il segretario provinciale della Cisl Francesco Diomaiuta.
Oltre alla preoccupazione per le cessioni, i postali dalla piazza gremita chiedono ambienti di lavoro che rispettino la salute e la sicurezza dei dipendenti e denunciano le continue sanzioni disciplinari e i licenziamenti. “Partiamo da questa piazza e dalla Lombardia per coinvolgere tutta l’italia e condurre una vertenza nazionale. Gli amministratori di Poste Italiane stanno facendo solo operazioni di cassa. Non è così che si crea lavoro e tanto meno si esercita la socialità del servizio – ha proseguito Marinaccio. – Noi non ci fermiamo e all’azienda diciamo che andremo avanti così: piazze piene e vertenza nazionale”.
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