I lavoratori dei 27 Consorzi forestali della Lombardia protestano questa mattina ai piedi del Pirellone a Milano, sede del Consiglio regionale lombardo, per il taglio dei finanziamenti che impedisce la programmazione dei lavori a tutela di oltre 110mila ettari di boschi e di aree agro-silvo-pastorali, con preoccupanti ricadute occupazionali.
NEL BRESCIANO SONO 149 GLI OPERAI FORESTALI
132 dei quasi trecento operai forestali lombardi sono impegnati in Valle Camonica alle dipendenze di ben 6 Consorzi; nel bresciano c’è poi 1 Consorzio per il Sebino Bresciano con 7 operai, 1 in Valvestino con 8 dipendenti e 1 a Nasego di Lodrino con 2. Complessivamente i lavoratori bresciani del comparto sono 149.
SORA (FAI CISL LOMBARDIA):
LA REGIONE VUOLE CHIUDERE QUESTI PRESIDI TERRITORIALI?
“Senza finanziamenti – spiega Oliviero Sora, segretario regionale Fai Cisl Lombardia – il settore rischia di dover cessare l’attività. L’anno scorso la Regione ha tagliato i finanziamenti dell’85%, mentre per quest’anno il taglio sarà del 50%. Il tutto mentre i bandi per le misure forestali collegati al piano di sviluppo rurale 2014/2020 non sono ancora stati attivati”.
L’ASSESSORATO ALL’AGRICOLTURA TACE
Gli operai forestali denunciano il silenzio dell’Assessorato: “Nelle scorse settimane – aggiunge Sora – è stata possibile un’audizione presso l’ottava Commissione di Regione Lombardia per esporre le problematiche occupazionali dei Consorzi forestali, ma ancora stiamo aspettando risposta dall’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Fava, a due pressanti richieste di incontro che abbiamo avanzato nelle scorse settimane”.
UNA SITUAZIONE PARADOSSALE
Una situazione paradossale, anche alla luce della mappa del rischio idrogeologico in Lombardia (248 Comuni a rischio frana e alluvione) che richiederebbe investimenti e non tagli alla cura del patrimonio boschivo e montano garantita dagli operai forestali.