“Sabbia”, quando il teatro racconta paure e speranze dei rifugiati
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“Sabbia”, quando il teatro racconta paure e speranze dei rifugiati

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Pubblicato il 1 Marzo 2016

teatro terre di confineMilioni di persone fuggono dal proprio Paese per la guerra e la fame. Senza una meta precisa se non un posto in cui tornare a sperare la vita. Storie e sentimenti che il Teatro Terre di confine ha messo in scena attraverso un laboratorio con i rifugiati provenienti dall’Africa.

 

 

Lo spettacolo si intitola “Sabbia” e viene proposto a Sarezzo, nel Teatro San Faustino, sabato 5 marzo alle ore 21 (ingresso libero).

Sabbia – si legge nel programma di sala – racconta l’incertezza, il bagnasciuga tra la vita e la morte. È un diario inventato, una mappa di viaggi e pagine strappate, fughe, tentativi, strade percorse a piedi o sul tetto del camion, appostamenti notturni, precipitose invenzioni, canzoni, dediche d’amore, scarpe piene di sabbia e filastrocche porta fortuna. Fra ospitalità e accoglienza, Sabbia rappresenta la ricerca paziente e ostinata di una terza parola che possa comprendere e il gesto di chi rischia la vita su un barcone sbilenco, e quello di chi tende la mano sulla porta di casa”.