Ttip, a Bruxelles riprendono i negoziati. Critica la Confederazione europea dei sindacati
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Ttip, a Bruxelles riprendono i negoziati. Critica la Confederazione europea dei sindacati

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Pubblicato il 22 Febbraio 2016

proteste contro il TTIPHa preso avvio oggi a Bruxelles il dodicesimo round di negoziati sul TTIP, l’accordo di libero scambio tra Ue e Usa, che proseguirà fino a venerdì. Per la prima volta i negoziatori discuteranno del controverso sistema alternativo di risoluzione delle dispute proposto dalla Commissione europea, ovvero una sorta di Corte di arbitrato ad hoc, per la protezione degli investimenti, fortemente contestato dalla Conferenza dei sindacati europei.

Il punto più controverso

In base al meccanismo in discussione le multinazionali potranno chiamare in giudizio i Governi che dovessero approvare leggi considerate lesive dei loro interessi, ancorché approvate nell’interesse dei cittadini. E’ già accaduto. E il caso più noto è la causa intentata dalla Philip Morris contro l’Uruguay che aveva approvato misure restrittive contro il fumo.

La risposta della Commissione europea

In risposta a queste critiche la Commissione europea ha deciso di modificare l’acronimo Isds (Investor-State-Dispute Settlement) già applicato in analoghi trattati in Ics ((Investment Court System), ma secondo gli oppositori cambia poco. Da qui la ripresa delle proteste che oggi a Bruxelles sono state animate soprattutto dagli attivisti di Greenpeace. “L’istituzione di una corte speciale a protezione dei profitti delle aziende private – ha dichiarato all’AdnKronos Andrea Carta, consigliere legale di Greenpeace European Unit – è una seria minaccia per la democrazia. Quanto proposto dalla Commissione sarebbe a tutto svantaggio del commercio locale e minaccerebbe il diritto dei governi di adottare leggi a tutela dei cittadini e contro gli interessi delle multinazionali. Le stesse regole applicate per chiunque altro devono valere anche per queste ultime”.

Cosa si propone il trattato?

L’obiettivo del Ttip, ricorda l’organizzazione, è quello di abbattere le cosiddette barriere al commercio tra Stati Uniti e Unione europea, e proteggere gli investimenti esteri prima di ogni altra cosa. Con tariffe sul commercio transatlantico già molto basse, il focus delle trattative è rimuovere quelle barriere ‘non tariffarie’ da leggi e regolamentazioni in quasi tutti i settori dell’economia, dall’agricoltura all’industria tessile, dall’informatica al settore bancario.

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