La grande illusione. Via libera del Senato alla riforma della pubblica amministrazione
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La grande illusione. Via libera del Senato alla riforma della pubblica amministrazione

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Pubblicato il 4 Agosto 2015

palazzo madama (roma), sede del senato della repubblica italianaLa riforma della pubblica amministrazione è legge. Il Senato, in terza lettura, ha approvato oggi il progetto del Governo con 145 voti a favore, 97 contrari e nessun astenuto.

 

 

 

 

NON C’E’ CAMBIAMENTO SENZA PARTECIPAZIONE
Pensare di cambiare la pubblica amministrazione attraverso nuove norme è solo una grande illusione – hanno commentato i segretari generali di Cisl Funzione Pubblica, Fp Cgil e Uil Pa – perché il cambiamento vero si fa solo attraverso il coinvolgimento di chi ogni giorno ci lavora e, tra mille difficoltà, garantisce i servizi pubblici ai cittadini”.

ILLUSIONE E TAUMATURGIA
“Questo governo, come gli altri, resta ancorato ad una illusoria funzione taumaturgica delle norme – concludono le organizzazioni sindacali – a partire dalla rilegificazione del rapporto di lavoro, dalla riduzione degli spazi di negoziazione, dall’inasprimento dei controlli di merito e di compatibilità economico-finanziaria dei contratti. E ancora una volta manca il coraggio di intervenire sui nodi decisivi: riorganizzazione dei servizi e investimento nelle professionalità”.

 

 

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La Legge in pillole (da ansa.it)

LICENZIAMENTI – Quando scatta un’azione disciplinare non si potrà più concludere tutto con un nulla di fatto, la pratica dovrà essere portata a termine senza escludere il licenziamento. Quanto alla diatriba sull’articolo 18, la reintegra resterebbe.

STRETTA SULLA DIRIGENZA – Anche i capi diventano licenziabili se valutati negativamente. Ma pur di non essere mandati via potranno optare per il dimensionamento. Gli incarichi non saranno più a vita ma di 4 anni prorogabili di altri 2, e scatta la revoca in caso di condanna della Corte dei Conti.

CONCORSI – Non ci sarà più una soglia sotto la quale si è fuori dalle selezioni pubbliche. L’obiettivo è dare più importanza alla valutazione in sede di concorso. Nelle prove non mancherà mai un test sull’inglese.

TUTTI I DIRIGENTI IN UN UNICO BACINO – E’ previsto un solo ruolo (seppure diviso su tre livelli: statale, regionale, locale) senza più distinzione tra prima e seconda fascia. Si va verso una quota unica (intorno al 10%) per l’accesso di esterni. La figura del segretario comunale è superata.

SCOMPARE FORESTALE, RIORDINO FORZE – La riforma pone le basi per l’assorbimento della Forestale in un’altra forza (con tutta probabilità i Carabinieri), così da portare i corpi da 5 a 4. Si prevede inoltre un riordino di tutte le forze di sicurezza.

ASSENZE PER MALATTIA: I CONTROLLI ALL’INPS – Niente più finti malati. Per centrare l’obiettivo le funzioni di controllo e le relative risorse passano dalle Asl all’Inps. Vengono poi posti dei paletti per il precariato. C’è anche un passaggio per favorire la staffetta generazionale, ma a costo zero. Nasce la Consulta per l’integrazione dei lavoratori disabili.

MAGLIE PIÙ LARGHE PER INCARICHI A PENSIONATI P.A – Il tetto di un anno vale solo per i ruoli direttivi. Le altre cariche sono comunque consentite, ma resta il vincolo della gratuità.

SCURE SULLE PARTECIPATE – Verranno ridotte e si prevede che dopo una serie di bilanci in perdita c’è la liquidazione, possibile anche il commissariamento. Si prevede il dimezzamento delle Camere di commercio.

SFORBICIATA SU PREFETTURE – Si va verso un taglio netto che potrebbe portare anche a un dimezzamento, quel che ne rimarrà andrà a finire nell’Ufficio territoriale dello Stato, punto di contatto unico tra P.A. periferica e cittadini. Si farà piazza pulita degli uffici doppioni tra ministeri e Authority. si tratta di interventi di Spending Review che si ritrovano anche nella riduzione alla spesa per intercettazioni.

PRATICHE DIMEZZATE PER GRANDI OPERE – Un ‘taglia burocrazia’, al fine di semplificare ed accelerare, fino al dimezzamento dei tempi, le operazioni in caso di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale. Scatta la possibilità di attribuire poteri sostitutivi al premier.

SILENZIO ASSENSO TRA AMMINISTRAZIONI – In caso di contese tra amministrazioni centrali su nulla osta e altri concerti sarà il premier a decidere, dopo un passaggio in Consiglio dei Ministri. E’ fissato anche un tetto per ottenere il sì: massimo 30 giorni, che diventano 90 in materia di ambiente, cultura e sanità. Sulla stessa linea le misure per sbloccare la conferenza dei servizi.

GHIGLIOTTINA SUI DECRETI – Una forbice che mira a sbrogliare la matassa di rinvii a provvedimenti attuativi. Tutto passa per una delega al Governo, chiamato a fare una cernita sugli ultimi tre anni.

POTERI A PALAZZO CHIGI – Verranno precisate le funzioni di palazzo Chigi per il mantenimento dell’unità di indirizzo. Un rafforzamento della collegialità che si ritrova anche nelle nomine di competenza, in modo che le scelte passino per il Consiglio dei Ministri. La delega riguarda pure la definizione delle competenze in materia di vigilanza sulle agenzie fiscali (come le Entrate).

UNO STATUTO E UN NUOVO CAPO PER P.A. DIGITALE – Arriva la ‘carta della cittadinanza digitale’, con il Governo delegato a definire il livello minimo di qualità dei servizi online. A guidare la svolta digitale ci penserà un dirigente ad hoc.

LIBERTÀ’ DI ACCESSO AI DOCUMENTI PUBBLICI – Tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A. Si spalancano gli archivi pubblici, ma restano dei limiti.

NUMERO UNICO PER EMERGENZE – Basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza. L’idea e’ quella di realizzare centrali in ambito regionale che, raccogliendo la richiesta, siano in grado di smistarla al servizio interessato.

UN SOLO LIBRETTO PER AUTO – Si apre al trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione. Si va infatti verso un’unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto.

BOLLETTE ELETTRONICHE DA PAGARE CON SMS – I pagamenti verso la P.A, come bollette e multe (presumibilmente sotto 50 euro), potranno avvenire anche ricorrendo al credito telefonico.