Riduzione dell’età pensionabile, rafforzamento della sicurezza sul lavoro, lotta al lavoro nero e precario, rilancio degli investimenti: sono i temi al centro della manifestazione nazionale dei lavoratori edili in programma domani a Roma.
“Manifestiamo per chiedere che il governo trasformi i ripetuti proclami in azioni – spiegano i leader delle organizzazioni sindacali degli edili – Nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture Delrio e lo stesso premier Renzi hanno affermato che ci sono circa 20 miliardi di euro a disposizione per sbloccare le infrastrutture. Cosa aspettano a passare dalle parole ai fatti? L’edilizia non può più aspettare: dall’inizio della crisi sono andati in fumo 800 mila posti di lavoro, e far ripartire il settore, che contribuisce per circa l’11% al Prodotto interno lordo, vuol dire rimettere in moto l’intera economia del Paese”.
Tra i temi della mobilitazione c’è anche quello della legalità nel settore: i recenti rapporti di Legambiente e di Bankitalia dimostrano infatti che l’edilizia è terra di conquista per le organizzazioni criminali. Oggi più che mai è necessario rafforzare la lotta alla corruzione ed al lavoro irregolare e nero, e per farlo occorrono una nuova legge sugli appalti e la revisione della norma sul Durc on-line. Inoltre serve un rafforzamento delle regole e dei controlli, a partire da quelli sulla sicurezza: nei cantieri italiani si continua a morire tutti i giorni”.
Non da ultimo, i sindacati delle costruzioni chiedono impegni sulle infrastrutture: “Il Paese ha bisogno che l’edilizia si rimetta in moto, e per fare questo sono necessarie opere utili, scelte strategiche e risorse per far partire i cantieri. Se si vorrà percorrere questa strada non ci saranno benefici solo per il settore e per l’economia nazionale ma per tutta la collettività, che ha diritto ad avere infrastrutture moderne, un territorio in sicurezza e scuole, ospedali, strade in condizioni dignitose”.