Le due facce della medaglia dei dati INPS sulla cassa integrazione nel bresciano nel primo trimestre dell’anno esigono una lettura comparata. Alla soddisfazione per una riduzione a marzo di oltre il 34% nel ricorso agli ammortizzatori sociali (- 46% da inizio anno) si aggiunge infatti la preoccupazione per il salto nel buio a cui vanno incontro i lavoratori di quei settori che fino a ieri contavano sulla cassa integrazione in deroga (artigianato, piccole e piccolissime imprese) e che oggi hanno di fronte soltanto la prospettiva della disoccupazione.
GRAVISSIMI RITARDI DEL MINISTERO
Se nella nostra provincia, come nel resto dell’Italia, la cassa in deroga si è praticamente azzerata passando da 890 mila ore a poco più di 10.600, ciò è dovuto “al ritardo gravissimo da parte del Ministero del lavoro nell’assegnare le poche risorse disponibili per chiudere il 2014 e per coprire almeno una parte del 2015 – denuncia la Cisl – che andrebbero invece immediatamente assegnate alle Regioni per consentire il pagamento dei sussidi.
NON SI POSSONO CHIUDERE I RUBINETTI SE PRIMA NON PARTE LA RIFORMA
“Noi sosteniamo che occorre chiudere la fase della Cassa integrazione deroga, misura emergenziale che ha avuto il merito di tamponare una fase drammatica della crisi economica ma che pesa sulla fiscalità generale – ha spiegato il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni – ma prima di restringerne in maniera così forte l’utilizzo, avrebbe dovuto essere realizzata la riforma della Cassa integrazione prevista dal Jobs Act. Per questo è inaccettabile il ritardo del Ministero nel trasferimento delle disponibilità residue, perché sta mettendo in ginocchio centinaia di migliaia di famiglie”.