Conoscere il passato serve ad affrontare il presente. Ma soprattutto a pensare il futuro. Una conferma la si è avuta ieri mattina al Teatro San Carlino nel dibattito che la Cisl ha organizzato prendendo spunto da un libro di Guido Baglioni (Un racconto del lavoro salariato, il Mulino, 2014).
Sono pagine che ripercorrono la storia industriale italiana attraverso la realtà dei lavoratori, i suoi principali attori. Un quadro pieno di sacrifici ma anche di conquiste e di risultati in termini di sviluppo e di benessere. Con la fine del Novecento e l’affermazione di strategie economiche e produttive globalizzate, il lavoro è entrato in un fase del tutto nuova, segnata dall’incertezza, dalla frammentazione e da una perdita dell’identità comunitaria del lavoro salariato. Una sfida enorme per il lavoro e per chi lo rappresenta, chiamato giorno dopo giorno ad affrontare situazioni sempre diverse, esasperate dalla crisi economica.
Nel corso del dibattito tra l’autore, il parlamentare Massimo Mucchetti, il giornalista Giacomo Scanzi e il segretario regionale Cisl Osvaldo Domaneschi sono emerse idee e riflessioni: la necessità di sperimentare forme di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese; l’urgenza di ripensare l’esperienza sindacale per una realtà del lavoro completamente nuova.