Gli ex dipendenti della Wave di Bedizzole – sede chiusa a fine novembre 2013 per una riorganizzazione del gruppo che ha concentrato l’attività di servizi informatici e call center a Torino e a Lecce – sono pronti a ricorrere alle vie legali per costringere l’azienda a mantenere gli impegni assunti nell’accordo sindacale di quattordici mesi fa.
Scriveva allora un quotidiano locale: “Si chiude la storia bresciana del gruppo Wave. I sindacati hanno trovato l´accordo per la Cassa integrazione straordinaria per cessata attività che interesserà 35 persone per un anno e partirà al primo dicembre. L´azienda si è ulteriormente impegnata a trovare una ricollocazione per i propri lavoratori anche eventualmente nello startup di una nuova realtà che prenderà in carico le attività del gruppo FonSai, principale cliente rimasto in portafoglio. Ma difficilmente questa attività avrà sede a Brescia: Wave continuerà ad operare a Torino e Lecce, sedi considerate migliori sul piano tecnologico”.
Quell’accordo – hanno ribadito ieri Fisascat Cisl, Filcams Cgil e UiltUcs – prevedeva oltre alla cassa integrazione riconoscimenti economici a sostegno della mobilità, incentivi che sono stati erogati solo per alcuni dei dipendenti mentre ad altri la Wave ha corrisposto semplicemente degli acconti.
L’iniziativa sindacale a supporto dei lavoratori intende anche chiarire se la società ha recuperato i crediti (diverse centinaia di migliaia di euro) vantati nei confronti di INPS e INAIL, e perché non vengono utilizzati per onorare gli impegni con i suoi ex dipendenti.
Un quadro complessivo della situazione è offerto oggi dal Giornale di Brescia in un articolo intitolato: Wave non rispetta l’accordo.