Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Dircredito ne hanno parlato questa mattina in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede della Cisl di Brescia, spiegando che la scelta delle Bcc rischia di generare un taglio del 10% al reddito dei dipendenti.
Per i sindacati la disdetta contrattuale – motivata in virtù di una riduzione dei costi del personale e di una maggiore flessibilità – è un pretesto per non affrontare i veri problemi del sistema del credito cooperativo, che sono le mancate sinergie, la qualità dei servizi ad alto valore aggiunto e la debolezza delle governance.
Nei mesi scorsi le organizzazioni sindacali avevano presentato una serie di proposte per contribuire a gestire i problemi del sistema delle Banche di Credito Cooperativo, puntando su strumenti come gli ammortizzatori di sistema, le riduzioni di orario, la gestione della mobilità e gli incentivi economici per la buona e stabile occupazione. “Ma la strada imboccata da Federcasse, purtroppo, è quello dello scontro – hanno detto questa mattina i responsabili delle diverse sigle sindacali – anche se l´auspicio è che il confronto possa comunque generare azioni di rinnovamento ed efficienza senza pretendere di risolvere i problemi agendo unicamente sui costi del personale”.