Lavoratori pubblici e cittadini: alleati contro la sordità del Governo
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Lavoratori pubblici e cittadini: alleati contro la sordità del Governo

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Pubblicato il 7 Ottobre 2014

Un mese di iniziative per informare e sensibilizzare i cittadini. Maestre, educatori, tecnici, polizia locale, operatori di front-office, funzionari, amministrativi, insieme ai lavoratori di tutti i servizi pubblici locali porteranno in piazza, fuori dall’orario di lavoro, la loro professionalità.

 

 

IN MEZZO ALLA GENTE
Ogni sabato i sindacati della Funzione Pubblica di Cgil Cisl Uil saranno in mezzo alla gente per parlare del lavoro di chi garantisce quotidianamente servizi primari, sullo sfondo di una crisi di sistema che rende tutti più deboli e più soli.

UN’ALLEANZA CON I CITTADINI
I lavoratori, inascoltati dal Governo, vogliono stringere  un’alleanza con i cittadini, tra chi vede il proprio lavoro umiliato e chi, nonostante continui a pagare maggiori tasse e tributi locali, vede ridursi la propria rete di protezione. Un patto che smascheri le bugiarde narrazioni sui costi del personale della pubblica amministrazione.

LAVORATORI UMILIATI
La spesa delle autonomie locali nel 2013 ha raggiunto 234 miliardi di euro e si stima che nel 2018 toccherà il picco di 241 miliardi. Un aumento trainato dai consumi intermedi, in costante e inarrestabile crescita. Pesano per il 45%. Una sola voce ha contribuito al contenimento, quella per il personale, che con oltre 3mila euro di mancati rinnovi ha visto ridursi il proprio potere d’acquisto, di fatto azzerata la formazione, asciugati gli organici: dal 2001 al 2012 le unità tagliate sono state 49 mila e, all’orizzonte del 2018, questa cifra triplicherà.

PAGANO SEMPRE LE FASCE PIÙ DEBOLI
Un paradosso, perché proprio a questi lavoratori, le cui retribuzioni erano basse già prima del blocco della contrattazione, oggi si chiede un’enorme sforzo di modernizzazione. Senza contratto da 5 anni, senza mezzi, senza adeguate risorse per migliorare l’offerta dei servizi e realizzare una vera riorganizzazione che faccia leva sulle competenze. I 33,1 miliardi di euro di tagli effettuati dal 2010 al 2013 non hanno di fatto scalfito gli sprechi veri, le sacche di inefficienza e di cattiva spesa, ricadendo principalmente sull’offerta di servizi, quindi sui lavoratori che li offrono e sui cittadini che ne sono stati privati. A pagare sono come sempre le fasce deboli: l’infanzia, la disabilità, gli anziani, i giovani e i disoccupati.

 

La mobilitazione nazionale culminerà l’8 novembre in una manifestazione a Roma.