Per Enzo Torri, segretario provinciale della Cisl, si tratta dell’ennesimo abbaglio della politica. Ecco il testo integrale del pezzo con cui Bresciaoggi riferisce la conversazione con il leader della Cisl bresciana.
«Il governo si confronti con noi»
«Riaprire la discussione sull’articolo 18 fa ritornare in campo un dibattito più ideologico che sostanziale riportando sulla scena elementi di conflitto». Per il segretario generale della Cisl di Brescia Enzo Torri «la politica sta prendendo l´ennesimo abbaglio nel modo di affrontare la questione della riforma del mercato del lavoro. Si dimentica infatti che l´efficacia dell’articolo 18 è già stata in parte significativa ridimensionata dalla riforma del ministro Fornero nel 2011. Già oggi un´azienda con più di 15 dipendenti può lasciare a casa un lavoratore per motivi economici, quindi di cosa stiamo parlando?».
Sulla proposta avanzata dal governo di un contratto di inserimento a tutele crescenti Torri non chiude la porta: «Se questo è alternativo alle forme attuali di lavoro precario, dal tempo determinato ai co.co.co., dalle finte partire Iva ai contratti a progetto, ben venga. Bisogna però mandare in pensione tutte queste forme di contratto precario, ma nel jobs act finora non ho visto nulla. Mi auguro che il governo faccia chiarezza».
Un altro aspetto che per il segretario della Cisl va chiarito è «se l´articolo 18 resta per tutti i lavoratori già assunti e se le nuove regole si applicheranno solo ai nuovi contratti. Oppure anche chi oggi viene assunto col jobs act, superati i primi anni di inserimento, avrà poi le tutele dell’articolo 18? In ogni caso non potremo mai accettare che si renda automatica qualunque forma di licenziamento».
Per Torri «il governo sbaglia a non affrontare la questione con le parti sociali. Non comprendo questa rigidità nel non voler ascoltare né i rappresentanti dei lavoratori né quelli degli imprenditori. Credo che la possibilità del reintegro in caso di licenziamento vada mantenuta. Semmai si devono invece rafforzare gli strumenti per accorciare i tempi dei processi, che spesso spaventano le imprese, anche attraverso l´utilizzo più frequente della conciliazione e dell’arbitrato». (Bresciaoggi 23.9.2014)