Secondo il Presidente del Consiglio, nella Pubblica amministrazione “c’è troppo grasso che cola”. Lo ha detto questa mattina intervenendo a Gussago all’inaugurazione del nuovo stabilimento delle Rubinetterie bresciane.
Matteo Renzi sceglie così di allargare ancora di più il solco che il suo Governo sta scavando rispetto ai lavoratori pubblici. “Chi non ha fatto sacrifici finora – ha aggiunto dal palco bresciano – è la macchina pubblica, dove non si è intervenuto nei centri di costo”.
Renzi dovrebbe occuparsi del grasso che cola da evasione fiscale, inefficienze e corruzione, ha immediatamente replicato il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.
Quella del premier è per lavoratori della pubblica amministrazione un’offensiva provocazione visto l’annuncio del blocco dei contratti pubblici anche per il 2015 (è sarebbe il quinto anno consecutivo), che lascia così i salari degli statali fermi al 2010. Troppo facile fare cassa bloccando ancora stipendi che mediamente sono di 1.300 euro al mese [leggi la testimonianza del dipendente pubblico intervistato il 5 settembre dal Corriere della Sera].
Se c’è grasso che cola nella pubblica amministrazione – ribattono i sindacati – è per le scelte che il Governo non fa per ridurre l’assurdità tutta italiane di 30mila stazioni appaltanti, di centri di spesa improduttiva, di 7mila buchi neri dei consigli di amministrazione delle partecipate, di tanti sprechi denunciati anche dal dossier del commissario per la spending review Carlo Cottarelli.