Con grande risalto i quotidiani di oggi danno notizia del primo effetto concreto della riforma della pubblica amministrazione. Si tratta di una circolare del ministro Marianna Madia che rende operativo dal 1 settembre il dimezzamento dei distacchi sindacali. Il Governo sottolinea con enfasi che è una riduzione “finalizzata alla razionalizzazione ed alla riduzione della spesa pubblica”.
Il provvedimento riguarda complessivamente, su tutto il territorio nazionale, mille sindacalisti che con l’inizio del nuovo mese torneranno a svolgere il loro lavoro nella pubblica amministrazione. Nella nostra provincia – scrive oggi il Giornale di Brescia – la Cisl Funzione Pubblica dovrà rinunciare ad un operatore a tempo pieno e due operatori part time, la Cgil a due operatori.
40.000 LAVORATORI PUBBLICI NEL BRESCIANO
“Il bacino del pubblico impiego occupa nel bresciano circa 40.000 lavoratori – si legge ancora nella nota del quotidiano – e in alcuni settori, come sanità e assistenza, il sindacato è chiamato ad un forte impegno. La Funzione Pubblica Cisl, che conta seimila iscritti a Brescia, ha ricollocato in servizio i tre «rientrati» invia definitiva. Il taglio corrispettivo ammonta a 50mila euro.
BERARDI (CISL FP): MODO E METODO SBAGLIATI
«Il sacrificio, pur subendolo, lo capiamo», chiarisce il segretario provinciale Franco Berardi, «quello che non condividiamo sono modo e metodo», aggiunge, invitando a verificare le voci «consulenze» e «collaborazioni» nella pubblica amministrazione, dove, sinora, «non sì è affatto inciso», e che assorbono risorse «ben maggiori».
L’OBIETTIVO E’ IL DEPOTENZIAMENTO DEL SINDACATO?
«Come Cisl, da due anni stiamo razionalizzando le nostre strutture organizzative – spiega Berardi – ma qualcuno si è accorto della disparità col settore privato, per nulla toccato dai tagli a permessi e distacchi? E perché il Governo non ci vuole coinvolgere nel processo di riforma della pubblica amministrazione, su cui pure abbiamo presentato dossier e proposte? Per depotenziare i sindacati?».
DAL GOVERNO UN’ALTRA OPERAZIONE IMMAGINE
Sono domande che evidenziano la portata ideologica dell’intervento del Governo, un’operazione di facciata che ha poco a che fare con una reale riforma del sistema ed una lotta senza quartiere agli sprechi veri della pubblica amministrazione.