Fiba Cisl e tetto ai compensi dei top manager: adesso tocca al Parlamento
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Fiba Cisl e tetto ai compensi dei top manager: adesso tocca al Parlamento

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Pubblicato il 9 Luglio 2014

foto 2La Fiba Cisl, la federazione dei lavoratori del sistema del credito e delle assicurazioni, non cede: vuole che le 118.000 firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per mettere un tetto agli stipendi dei top manager abbiano un riscontro in Parlamento. Lo hanno ribadito questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede della Cisl di Brescia, Maria Rosa Loda e Giuseppe Casella, componenti rispettivamente della Segreteria regionale e territoriale della categoria. Un appuntamento programmato in concomitanza con il convegno che in mattinata la Fiba Cisl nazionale ha promosso alla Camera dei Deputati per tenere viva l’attenzione sul problema.

ADESSO TOCCA AL PARLAMENTO – Un anno fa, al momento di lancio della raccolta firme, l’obiettivo era quello minimo di quota 50mila. Ma è bastato andare nelle piazze con i primi banchetti perché la Fiba Cisl registrasse un interesse e una partecipazione superiore ad ogni più ottimistica previsione. Anche a Brescia, che tra città e provincia ha contribuito alla campagna con oltre 3.000 firme. “La proposta è stata recepita dalla Corte di Cassazione e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 30 maggio – ha ricordato Maria Rosa Loda – ma adesso tocca al Parlamento prenderla in esame e mutuarla in legge in tempi stringenti”.

UN NUOVO MODELLO DI BANCA – La questione delle retribuzioni d’oro ha assunto un’importanza cruciale anche nel contesto della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari dove un corto circuito tra riduzione dei costi, tagli al personale e premi ai manager determina disservizi e impoverimento del rapporto banca-territorio-clienti.

Per questa ragione la piattaforma per il rinnovo del contratto ha il suo cardine nella proposta di “un nuovo modello di banca”, una riforma che deve partire da chi governa il sistema creditizio, perché quello attuale, basato sulla ricerca ossessiva dei risultati a breve periodo e sull’esasperazione dei prodotti finanziari, non è in grado di assolvere i suoi compiti, è un modello di banca inadeguato e superato.