Le relazioni industriali a Brescia. Torri (Cisl): costruiamo qualcosa di nuovo
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Le relazioni industriali a Brescia. Torri (Cisl): costruiamo qualcosa di nuovo

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Pubblicato il 28 Giugno 2014

Cisl convegno sanitàTutti quelli che dicono di volere un futuro di lavoro per la nostra realtà provinciale – che vuol dire sicurezza per le famiglie, benessere, fiducia nel futuro – lo devono dimostrare: le parole, gli slogan, i proclami non salvano e non creano neanche un posto di lavoro“. Il segretario provinciale della Cisl bresciana , Enzo Torri, mette in chiaro la posizione della Cisl sul confronto aperto per la ricerca di un accordo su nuove relazioni industriali.

 

UN MESSAGGIO DI FIDUCIA E DI VOLONTÀ
AL SISTEMA ECONOMICO TERRITORIALE

Ridefinire insieme i contenuti di nuove relazioni industriali – scrive Enzo Torri – significa dare un messaggio di fiducia e di volontà al sistema economico territoriale. Va da sé che non può essere un accordo qualsiasi, e neanche un accordo al ribasso, per nessuna delle parti contraenti. Abbiamo bisogno di ridefinire dei rapporti tra impresa e organizzazioni sindacali, svincolandoli dalla banalizzazione delle prove muscolari. La terza provincia manifatturiera del Paese deve saper esprimere un modello di relazioni innovativo, basato sul confronto, sulla partecipazione, sulla responsabilità e sul rispetto di ogni attore in campo“.

E’ UNA SFIDA PER TUTTI – “Non è una sfida che riguarda solo sindacato e imprese, lavoratori e imprenditori: scrivere degli impegni relazionali che hanno come obbiettivo il bene comune – perché di questo si tratta se siamo in grado di liberaci dai cliché che costringono a pensare la vita sociale a compartimenti stagni – riguarda l’insieme della società bresciana, domanda un di più di attenzione all’associazionismo chiamato non più a fare il tifo ma a prendersi anch’esso le responsabilità del caso”.

BRACCIO DI FERRO IN PUBBLICO E ACCORDI SOTTOBANCO? – “Le difficoltà non mancano. Inutile nascondersi che tra i sindacati e tra gli imprenditori c’è ancora chi pensa di risolvere le questioni mettendosi a fare a braccio di ferro, convocando spettatori con la grancassa, ma decidendo prima chi di volta in volta deve fare la parte del vincitore e dello sconfitto in uno scambio di favori sottobanco che riduce a niente ogni tentativo di costruire rapporti di fiducia nel mondo del lavoro e fra lavoratori e impresa. Anche per mettere fine a questa prassi da preistoria industriale bisogna scrivere un patto che mette tutto alla luce del sole”.

LE NOSTRE CONDIZIONI – “Basta polemiche inutili, basta arroccamenti, basta manifesti ideologici. Se l’impresa bresciana ha bisogno di flessibilità, noi abbiamo bisogno di retribuzioni più alte. Se il rilancio dell’economia bresciana passa anche attraverso una ripresa di produttività, noi abbiamo bisogno di impegni sulla stabilità dell’occupazione, su progetti di inserimento di manodopera giovanile da troppo tempo in cerca di lavoro, sul miglioramento delle condizioni di lavoro, su un welfare aziendale in dialogo con il territorio e i suoi bisogni”.

DALLE PAROLE AI FATTI – “La Cisl non alza barricate e non vuole stare semplicemente a guardare. Tutti quelli che dicono di volere un futuro di lavoro per la nostra realtà provinciale – che vuol dire sicurezza per le famiglie, benessere, fiducia nel futuro – lo devono dimostrare: le parole, gli slogan, i proclami non salvano e non creano neanche un posto di lavoro”.

INSIEME, NON IN CONTRAPPOSIZIONE – “Diritti e tutele si difendono se c’è un luogo in cui possono essere rivendicati: se le aziende chiudono non c’è più niente da rivendicare. Noi invece – conclude il segretario provinciale della Cisl di Brescia – vogliamo avere tanti luoghi di lavoro dove contrattare migliori condizioni per i lavoratori, dove poter difendere le conquiste di civiltà del movimento dei lavoratori, dove mettere al centro del rilancio la persona e l’impresa, insieme, non in contrapposizione.