Caro Renzi, confrontarsi è un dovere non un optional
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Caro Renzi, confrontarsi è un dovere non un optional

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Pubblicato il 28 Marzo 2014

Rispondendo alle domande del Giornale di Brescia per uno “speciale associazionismo” in edicola con l’edizione di oggi, Enzo Torri, segretario provinciale della Cisl entra nel vivo della polemica sulla concertazione innescata dal nuovo Governo. “La politica ha tutto il diritto di rivendicare il suo ruolo e le funzioni che le sono proprie – spiega Torri – se lo facesse senza l’animosità e la contrapposizione che sta mostrando verso i corpi sociali intermedi sarebbe sicuramente più credibile, meno smemorata di quanto appare. E’ infatti il tessuto associativo di questo Paese, del quale la rete sindacale è snodo importante, che in un periodo di grave scollamento tra Stato e cittadini ha saputo garantire una sostanziale tenuta sociale”.

 

IL SINDACATO VIVE DI CONTRATTAZIONE NON DI CONCERTAZIONE
E’ bene che sia Renzi a farsi una ragione del fatto che il confronto e il dialogo non sono un optional ma un dovere di chi ha ambizioni di governo – continua il segretario della Cisl bresciana – Il sindacato vive di contrattazione non di concertazione e la Cisl è legittimata dalla rappresentanza che le è affidata dai suoi iscritti e che esercita nelle relazioni industriali, non dal numero di volte in cui viene convocata a Palazzo Chigi! La concertazione ha caratterizzato un periodo storico preciso in cui il sindacato è stato chiamato a fare supplenza alla disgregazione a cui si era condannata la politica dell’ultimo decennio del secolo scorso. Quel periodo è finito. Non abbiamo nostalgie di sorta. Ci interessa il presente e ancor di più il futuro che si sta costruendo. Per questo speriamo che il premier esca presto dal copione tacheriano che va recitando”.

 

LA CISL E’ STATA LA PRIMA A RIPENSARE IL SUO MODELLO ORGANIZZATIVO
E A DOTARSI DI UN’ANAGRAFE DEGLI ISCRITTI:
ASPETTIAMO CHE LO FACCIANO TUTTI,
NON SOLO I SINDACATI
Risintonizzarsi rispetto ai cambiamenti in atto è un esercizio che riguarda tutti gli attori sociali, non solo il sindacato – avverte Torri – perché sono trasformazioni che chiedono un di più di trasparenza, di coerenza, di affidabilità . Per quanto ci riguarda l’accordo tra Cgil Cisl Uil e Confindustria sulla rappresentanza va in questa direzione, con una raccolta di norme che mettono fine all’autoreferenzialità e all’approssimazione. D’ora in poi sapremo e tutti sapranno chi rappresenta chi, con quali numeri e che valore hanno in termini di rappresentanza i contratti sottoscritti”.

 

LA SFIDA RIPARTE DAL TERRITORIO
“La sfida che appassiona la Cisl – aggiunge il segretario provinciale del sindacato di via Altipiani d’Asiago – riparte dunque dal basso, dalla moltiplicazione dei presidi territoriali, dalla presenza nei luoghi di lavoro, dalla vicinanza concreta ai lavoratori, ai giovani, alle fasce sociali più deboli. L’obiettivo è contrattare salario e incentivi legati a produttività e competitività, conciliazione dei tempi di lavoro e di vita, flessibilità e riqualificazione professionale, solidarietà e ammortizzatori sociali. Ed è dal basso che stiamo costruendo welfare aziendale per colmare i tanti vuoti che la riforma dello stato sociale ha lasciato dietro di sé. E poi welfare territoriale, come stiamo facendo a Brescia insieme al Comune individuando un modello che garantisca servizi adeguati alla persona e alle famiglie”.