“Bel momento di incontro oggi alla Cisl Brescia sulla figura di Carlo Albini nella presentazione del libro del CeDoc”. E’ il tweet che Miche Busi, presidente del Centro di Documentazione, ha messo in rete ieri sera a conclusione dell’iniziativa che Cisl bresciana e CeDoc hanno voluto dedicare ad “un uomo forte e mite, umile e concreto, istintivamente schierato dalla parte dei più deboli, che ha servito le istituzioni bresciane senza servirsene”.
Questa splendida fotografia in parole di Carlo Albini (1919-2010) è tratta dalla presentazione del piccolo libro di scritti e testimonianze a lui dedicato che è stato pretesto dell’incontro nell’Auditorium della Cisl; le aveva scritte ad aprile dello scorso anno Gianbattiista Lanzani, che del CeDoc è stato presidente fino alla sua recente scomparsa. “A lui si deve questo libro su Carlo Albini – ha ricordato Michele Busi, oggi alla guida del Centro di documentazione – fortemente voluto per raccontare ai giovani il perché di un impegno sociale” tanto generoso, continuativo, appassionato.
Durante la serata sono state ripercorse le tappe più importanti della vita di Albini, “della maturità anticipata” vissuta da tanti giovani impegnati contro il fascismo, alle responsabilità della ricostituzione degli organismi democratici e associativi del dopoguerra.
Il Segretario della Cisl bresciana Enzo Torri ha ricordato il ruolo di Albini nella ripresa dell’attività sindacale nel 1945 e nella nascita della Cisl al fianco di Angelo Gitti.
Melino Pillitteri, che arrivò alla Cisl bresciana alla fine degli anni Cinquanta, ha detto che Albini è stato il più grande interprete delle tensioni e delle spinte innovative del suo tempo.
Massimo Lanzini, vicecaporedattore del Giornale di Brescia ha sottolineato l’attualità di alcuni scritti di Albini: “Ci sono alcuni passaggi nei suoi interventi – ha detto il giornalista – che continuano ad interrogarci anche oggi, come quelli sulle nuove cittadinanze e sulle trasformazioni del lavoro”.
Quella che Carlo Albini ha messo a disposizione della città e dei suoi contemporanei è stata una visione prospettica dell’impegno civile, una visione che ancora oggi si traduce in un invito a non farsi solo custodi della storia ma a darle traduzione e sviluppo per il presente e per il futuro.
Carlo Albini, la memoria e l’attualità (Giornale di Brescia 1.3.2014)