No al taglio delle retribuzioni e sblocco immediato dei contratti regionali. I dirigenti scolastici scioperano oggi in tutta Italia per rendere evidente il paradosso che si trovano a vivere.
Da un lato un ormai insostenibile aumento di lavoro dovuto ai processi di dimensionamento delle scuole, a nuovi adempimenti, ad un aumento di responsabilità anche sotto il profilo penale dei diritti degli alunni, delle famiglie e dei lavoratori, all’insufficienza delle risorse finanziarie, all’applicazione di norme estranee alla scuola e alla sua funzione: tanto lavoro in più che non permette loro di occuparsi del diritto fondamentale per il quale esiste la loro funzione, vale a dire il diritto all’istruzione delle alunne e degli alunni.
Dall’altro l’ingiusta decurtazione della retribuzione e la violazione dei contratti integrativi regionali sottoscritti per il 2012/13, insieme alle sperequazioni retributive interne (fra ex presidi e direttori didattici, ex incaricati di presidenza e vincitori dei due ultimi concorsi) e alla forte differenza retributiva con le altre dirigenze pubbliche.
I dirigenti scolastici in servizio nel corrente anno scolastico sono circa 7500 e dirigono 8.640 istituzioni autonome con circa 44.000 sedi. Nella nostra provincia ci sono 147 istituzioni scolastiche e 89 dirigenti.
LA LETTERA INVIATA AL MINISTRO
Nelle scorse settimane i dirigenti scolastici hanno inviato al Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca una lettera aperta in cui hanno dettagliatamente motivato la decisione di scioperare e manifestare il loro disagio
Onorevole Ministro,
Il 14 febbraio 2014 è stata proclamata una giornata di sciopero con la quale i dirigenti scolastici vogliono far sentire la propria voce per difendere la loro retribuzione e il diritto a un’istruzione pubblica di qualità.
La decisione di aderire ad uno sciopero non è cosa che un dirigente scolastico fa a cuor leggero, ciononostante ho deciso di partecipare per testimoniare lo stato di profondo disagio dei dirigenti scolastici per le note vicende legate alla decurtazione della loro retribuzione ma ancora più per le condizioni sempre più difficili nelle quali si svolge il loro lavoro, a causa dei pesanti tagli di organici e di risorse che la scuola ha subito in questi ultimi anni.
Come anche Lei avrà avuto modo di verificare nello svolgimento del Suo incarico, non era mai stato raggiunto il livello di incertezza e di scarsità delle risorse che caratterizza l’attuale situazione della scuola pubblica: il taglio degli organici, la diminuzione dei finanziamenti, il blocco dei contratti, la riduzione delle retribuzioni del personale e il taglio delle risorse del Miglioramento dell’Offerta Formativa incidono negativamente sulle condizioni di lavoro del personale e sul funzionamento delle scuole, compromettendo la qualità della programmazione dell’offerta formativa.
Dal prossimo 21 febbraio è stata proclamata per un mese l’astensione del personale scolastico da tutte le attività aggiuntive retribuite con il Miglioramento dell’Offerta Formativa.
I dirigenti scolastici sono preoccupati per gli innumerevoli disagi che gli alunni e tutta l’organizzazione scolastica subiranno se non potranno essere svolte quelle attività irrinunciabili che vengono giornalmente assicurate dal personale docente e dal personale ausiliario tecnico amministrativo grazie al fondo di istituto.
Ancora più sono preoccupati perché la progressiva diminuzione dei fondi per il miglioramento dell’offerta formativa dal prossimo anno scolastico renderà questi disagi permanenti, non consentendo alle scuole di assicurare accoglienza, attività di recupero e potenziamento, assistenza agli alunni in difficoltà, coordinamento della programmazione e delle attività didattiche, adeguamento dell’ambiente scolastico alle norme in materia di igiene e sicurezza, relazioni con le famiglie e il territorio.
Finora il senso di responsabilità del personale ci ha consentito di rispondere ai bisogni educativi degli alunni, rendicontando puntualmente alle famiglie in merito ai risultati delle scelte educative e organizzative operate.
La situazione attuale, e ancora di più quella che si profila per il prossimo anno scolastico, renderanno impossibile garantire il livello di qualità finora assicurato.
Il taglio della retribuzione dei dirigenti scolastici, deciso per ragioni incomprensibili dettate dal Ministero dell’Economia, è quindi solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: la condizione professionale dei dirigenti scolastici è diventata pesantissima.
Questi sono i motivi della mia adesione allo sciopero del 14 febbraio con il quale Le chiedo, insieme a tutti i miei colleghi, di rendere concreto l’impegno da Lei dichiarato più volte di difendere la scuola pubblica e la sua funzione insostituibile nell’interesse del Paese.