ISTAT 1 / In Italia la spesa per l’istruzione è tra le più basse dell’Unione europea
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ISTAT 1 / In Italia la spesa per l’istruzione è tra le più basse dell’Unione europea

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Pubblicato il 11 Febbraio 2014

ISTAT noi talia 2014In Italia l’incidenza della spesa in istruzione e formazione sul Pil è pari al 4,2 per cento, di oltre un punto inferiore a quello dei 27 Paesi dell’Unione Europea che è al 5,3 per cento del prodotto interno lordo. Il dato è nel Rapporto Noi Italia 2014 che l’Istat ha presentato questa mattina.

Un esercito di Neet – Sono oltre due milioni i cosiddetti “Neet” (Not engaged in Education, Employment or Training), i giovani 15-29enni (il 23,9 per cento del totale) non inseriti in un percorso scolastico e/o formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa. L’incidenza dei Neet è più elevata fra le ragazze e si amplia inoltre lo svantaggio del Mezzogiorno. Nel 2012, prosegue il dossier, il 43,1 per cento della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha conseguito la licenza di scuola media come titolo di studio più elevato; è un valore molto distante dalla media Ue27 (25,8 per cento) e inferiore solo a quelli di Portogallo, Malta e Spagna.

Studi interrotti – In Italia il 17,6 per cento dei 18-24enni ha abbandonato gli studi prima di conseguire il titolo di scuola media superiore (12,8 per cento in media Ue), quota che sale al 21,1 per cento nel Mezzogiorno.

Competenze così così – I dati più recenti sul livello delle competenze dei 15enni prossimi alla fine dell’istruzione obbligatoria (indagine Pisa dell’Ocse) evidenziano per i nostri studenti performance inferiori alla media Ocse e a quella dei paesi Ue che partecipano all’indagine, ma confermano i segnali di miglioramento già evidenziati tra il 2006 e il 2009.

Formazione post obbligo sotto la media Ue – La permanenza dei giovani all’interno del sistema di formazione, anche dopo il termine dell’istruzione obbligatoria, è pari all’81,3 per cento tra i 15-19enni e al 21,1 tra i 20-29enni. La media Ue 21 nelle due classi considerate è più alta (rispettivamente 87,7 e 28,4 per cento), ponendo l’Italia agli ultimi posti nella graduatoria dei paesi europei.

Crescono (troppo poco) i laureati – Il 21,7 per cento dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente). Nonostante l’incremento che si osserva nel periodo 2004-2012 (+6 punti percentuali), la quota è ancora molto contenuta rispetto all’obiettivo del 40 per cento fissato da Europa 2020.

In ritardo la formazione e degli adulti – Solo il 6,6 per cento degli adulti è impegnato in attività formative, un valore che evidenzia il ritardo dell’Italia in materia di apprendimento permanente.

 

Rapporto Noi Italia 2014 (SINTESI)