Don Milani, una profezia che continua. Appuntamento sabato a Travagliato
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Don Milani, una profezia che continua. Appuntamento sabato a Travagliato

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Pubblicato il 4 Febbraio 2014

dscn7426Appuntamento a Travagliato sabato 8 febbraio (ore 15) con la riduzione teatrale del testo “L’obbedienza non è più una virtù”, uno scritto di don Lorenzo Milani che a metà degli anni Sessanta accese in Italia il dibattito sull’obiezione di coscienza, sul rifiuto della guerra e della violenza.

La proposta è della Cisl Scuola e della Cisl Pensionati di Brescia [QUI il programma], con la messa in scena  del Gruppo Teatrale G.A.L. di Lumezzane e la regia di Eros Venturini.

 

DON MILANI E LA LETTERA AI CAPPELLANI MILITARI – L’escalation nucleare degli anni ’60 aveva aperto anche in Italia un confronto sui temi della pace, della non violenza, dell’ingiustizia della guerra. L’11 febbraio 1965 alcuni cappellani militari avevano fatto sapere di considerare “un insulto alla Patria e ai suoi caduti la cosiddetta obiezione di coscienza”, estranea secondo loro al “comandamento cristiano dell’amore, anzi espressione di viltà”. Indignato per la facilità con cui i sacerdoti avevano utilizzato espressioni così pesanti, don Milani rispose con una lettera il 6 marzo 1965, pubblicata da un settimanale con il titolo: “L’obbedienza non è più una virtù”. Il Priore di Barbiana replicava ricordando ai cappellani militari non solo che la predicazione evangelica aborriva la violenza, ma anche dimostrando che nell’ottica dei principi dettati dalla Costituzione della Repubblica italiana nessuna guerra poteva considerarsi giusta.

IL PROCESSO – La pubblicazione della lettera suscitò reazioni durissime e don Milani venne processato per apologia di reato. Non potendo essere in aula perché malato, don Lorenzo scrisse una lettera ai giudici: “A Norimberga e a Gerusalemme son stati condannati uomini che avevano obbedito. L’umanità intera consente che essi non dovevano obbedire, perché c’è una legge che gli uomini non hanno forse ancora ben scritta nei loro codici, ma che è scritta nel loro cuore. Una gran parte dell’umanità la chiama legge di Dio, l’altra parte la chiama legge della Coscienza. Quelli che non credono né nell’una né nell’altra non sono che un’infima minoranza malata. Sono i cultori dell’obbedienza cieca”.

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