Sono stati 25.789 i lavoratori lombardi che nel 2013 hanno perso il lavoro (8.000 nel bresciano), il 26,3% in più rispetto al 2012. E’ quanto emerge dalla documentazione raccolta dalla Cisl Lombardia che ha preso in esame i dati provenienti dalle liste di mobilità e dai licenziamenti collettivi avvenuti nelle aziende lombarde con più di 15 dipendenti.
Se si dovessero considerare anche i licenziamenti avvenuti nelle piccole imprese, quelle che hanno meno di 15 dipendenti, il numero dei lavoratori espulsi dai luoghi di lavoro supererebbe certamente le 75mila unità.
“L’aumento dei licenziamenti è impressionante – commenta Gigi Petteni, Segretario generale della Cisl Lombardia – per questo sono necessarie da subito scelte contrattuali e interventi pubblici che difendano l’occupazione e aiutino le imprese ad assumere. La Lombardia è la locomotiva del Paese e nel 2014 deve mettere in campo tutto quanto può portare nuovi posti di lavoro e nuove assunzioni da parte delle imprese. Insieme ai datori di lavoro dobbiamo promuovere i contratti di solidarietà e il decollo dell’apprendistato, definire regole per una buona occupazione flessibile. Alla Regione chiediamo sforzi concreti sulla strada della minor burocrazia, delle aree di competitività, del sostegno ai settori strategici. E se le banche tornano a fare bene il loro mestiere possiamo trasformare il 2014 in un anno di cambiamento per le imprese e i lavoratori. Dobbiamo creare discontinuità e una svolta positiva per la nostra economia, per promuovere nuovi posti di lavoro”.