“Ognuno di noi vive quotidianamente il dramma che travolge famiglie e persone per la mancanza di lavoro che sempre più frequentemente anche la nostra ricca provincia, abituata a ben altro, è costretta a registrare. A loro va il primo pensiero di questo Natale”.
Lo ha detto il Segretario generale provinciale della Cisl, Enzo Torri, nel tradizionale incontro per lo scambio di augurio con gli operatori, i responsabili dei Servizi e i componenti delle Segreterie di tutte le categorie del sindacato di via Altipiani d’Asiago.
Un augurio che graficamente è stato tradotto nel biglietto d’auguri della Cisl bresciana: tante persone – ognuna con la propria realtà – insieme, sulla stessa strada, condividendo una meta che inevitabilmente sollecita un cambio di passo nelle relazioni umane, che parla di fraternità e dunque di condivisione, di solidarietà attiva.
“E noi in questi sei anni di crisi dell’economia che si è tradotta in crisi di lavoro e di occupazione – ha aggiunto Torri – abbiamo riaffermato innanzitutto il valore del sindacato come esperienza di solidarietà che non abbandona nessuno, che si preoccupa di tutti, che cerca soluzioni attraverso le mediazioni necessarie imposte dal contesto in cui siamo costretti a muoverci”.
Il Segretario provinciale della Cisl ha ricordato la fotografia della crisi offerta dall’ultimo rapporto Censis: 4,7 milioni di famiglie italiane, pari al 19% del totale, non dispone di un reddito mensile sufficiente a coprire le primarie necessità di sostentamento. Come Cisl bresciana ci siamo adoperati non solo per lo specifico sindacale, quello che sta a monte dei problemi (vale a dire la difesa del lavoro che c’è, la tutela dei lavoratori, la garanzia degli ammortizzatori sociali), ma anche per gli effetti che la perdita o la riduzione progressiva del reddito determina”.
Riprendiamo qui alcuni passaggi dell’intervento
IL NOSTRO AIUTO CONCRETO PER I SENZA TETTO – “Qualche anno fa non avremmo mai immaginato di sentirci sollecitati a destinare aiuti per distribuire un pasto caldo e delle coperte ai senza tetto che vivono a Brescia. E’ arrivata, questa sollecitazione dalla Caritas. Non potevamo non dare una risposta concreta e immediata, e per farci prossimo con questi specifici bisogni abbiamo proposto a chi lavora in Cisl di destinare alla Caritas le quote delle quattro ore di trattenute per lo sciopero dello scorso 15 novembre. Abbiamo aderito in tanti, molti hanno versato anche qualcosa in più e abbiamo potuto far arrivare alla Caritas per quella che viene chiamata “emergenza freddo” un contributo di oltre 5.000 euro. Insieme abbiamo fatto un gesto importante di solidarietà”.
MANCANO LE SCELTE DI FONDO SUL LAVORO – Le storie di vita raccolte dagli operatori che avvicinano i senza tetto parlano di persone che rimaste senza lavoro si sono lentamente isolate – per vergogna, per pudore, per disperazione – dalla società. Come dicevo, la nostra azione sta a monte di queste situazioni e proprio per questo insistiamo perché si moltiplichino gli sforzi affinché il lavoro sia l’effettiva priorità del Paese: onestamente dobbiamo dire che la politica sembra avere sottovalutato in questi anni di crisi gli effetti devastanti dell’assenza del lavoro, e ancora oggi si ha l’impressione che fatichi a prenderne piena coscienza orientando decisamente le proprie scelte a sostegno delle imprese (perché il lavoro lo possono creare solo imprese e imprenditori veri), dei lavoratori e dei pensionati.
SE LA POLITICA NON FA IL SUO DOVERE – “L’impressione è che la politica non sia in grado di affrontare da sola le crescenti difficoltà del lavoro, ma paradossalmente – come è avvenuto per la Legge di stabilità –neanche voglia aprire una fase di costruzione delle politiche a sostegno della ripresa nel confronto costruttivo insieme a imprese e sindacati. In pratica la politica ha scaricato alle parti sociali la gestione degli effetti della crisi”.
DISAGIO E STRUMENTALIZZAZIONI – “Lo vediamo tutti quanto la durata, la vastità e la dimensione della crisi hanno portato ad uno smarrimento generale, una sensazione di incertezza che se giustificata in chi vive una situazione oggettiva di disagio, contagia anche chi non vive quella condizione. Sicuramente la crescita delle manifestazioni di disagio a cui stiamo assistendo rappresenta in parte bisogni veri, ma con pesanti strumentalizzazioni che puntano alla disgregazione sociale: se non si interviene politicamente siamo di fronte a qualcosa che potenzialmente potrebbe mettere a rischio le dinamiche democratiche del Paese”.
RICHIAMO ALLA RESPONSABILITÀ – “Anche per questo motivo sono inaccettabili i vari tentativi di utilizzare questi disagi per mettere in discussione organizzazioni di rappresentanza come quelle del sindacato che, proprio per la loro dimensione diffusa sul territorio e la vasta rappresentanza di interessi che esercitano, hanno da sempre garantita la gestione democratica della vita del Paese, non limitandosi ad urlare la propria indignazione, a denunciare il malessere, ma assumendosi anche la responsabilità di proporre idee, alternative, proposte”.
LA LOGICA DEL TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO – “Si spargono demagogia e populismo a piene mani. Basti pensare alla trovata di quei politici che prendono a pretesto il fatto che in ospedale di Napoli siano presenti 70 sigle sindacati per ipotizzare la cancellazione del 90% dei permessi sindacali; e per aggiungere populismo a populismo spiegano che il ritorno economico potrebbe essere utilizzato per sostenere i malati di sclerosi o per acquistare delle ambulanze. Un episodio che ci fa capire la pochezza di idee di certa parte politica ma anche la sua strategia: catturare consensi utilizzando ogni situazione per creare rabbia e scontento, per fare di tutta l’erba un fascio, per il tanto peggio tanto meglio”.
NOI NON CI RASSEGNIAMO – “Non possiamo e non vogliamo rassegnarci ad una politica ridotta a questo livello! Con il nostro impegno dobbiamo impedire che il degrado della convivenza civile prenda il sopravvento, che urlare sempre più forte e sempre più sguaiatamente nasconda l’incapacità di assumere le responsabilità che toccano a chi è chiamato a fare il bene del proprio Paese. E da parte nostra, da parte della Cisl, svolgere fino in fondo il proprio ruolo di sindacato è il contributo più importante che possiamo dare in questa situazione, senza confusione di ruoli fra l’azione sindacale e azione di partito, tenendo ben distinte le rispettive prerogative”.
PARLARE, SPIEGARE, MOTIVARE – “Questo lo possiamo fare mantenendo un forte e stretto legame con chi rappresentiamo, nei luoghi di lavoro, sul territorio, con i nostri iscritti, spiegando bene ciò che facciamo, l’obiettivo generale, i passaggi necessari a raggiungerlo. Non sempre ci riusciamo, tanto a livello nazionale quanto a livello locale, ma dobbiamo riuscirci. La complessità del periodo che stiamo vivendo ci richiama a vivere in modo più coordinato le nostre azioni evitando che ognuno si rinchiuda nella propria dimensione, come purtroppo sta avvenendo in gran parte di una società incapace di agire per il bene comune”.
LA CISL PROVINCIALE – “Quest’anno è stato l’anno del congresso che ha sancito una revisione degli assetti territoriali su tutto il territorio nazionale, in attesa dei prossimi accorpamenti di categorie. La Cisl di Brescia si è unita alla Cisl Valle Camonica-Sebino dando vita ad un’unica struttura Cisl per tutta la provincia. Il tempo che ci è stato dato per un’operazione così complessa è stato davvero troppo breve, abbiamo ancora qualche difficoltà ma siamo tutti impegnati a cercare le soluzioni più giuste, mantenendo e rafforzando la nostra presenza per fare in modo che tutti i nostri iscritti, operatori, delegati e dirigenti non si sentano espressione di qualcosa che non c’è più ma un’unica nuova grande realtà provinciale”.
DIECI ANNI FA LA NOSTRA NUOVA SEDE – “Il decennale di inaugurazione della sede Cisl – che sottolineeremo con un convegno sabato 1 febraio – ci aiuterà a sottolineare questa idea. Per noi celebrare questo decennale è semplicemente un pretesto per parlare di persone e delle relazioni che animano il sociale. Cos’è infatti una sede sindacale se non un luogo di incontro per conoscersi e riconoscersi, per mettere in comune i problemi e le speranze delle persone? Questo vogliamo offrire al nostro territorio, ai lavoratori, ai cittadini, ai pensionati e agli anziani di tutta la provincia”.
LA CRISI INCIDE SUL TESSERAMENTO… – “Non abbiamo ancora chiuso il tesseramento quest’anno, che però si annuncia inferiore alla chiusura dello scorso anno. Inferiore ma non certo per diminuita capacità di operatori e delegati nei luoghi di lavoro che pure in un anno difficile per l’occupazione hanno realizzato oltre settemila nuovi iscritti , ma non sufficienti a coprire coloro che per la perdita del posto di lavoro non sono più iscritti, non certo per fenomeni di revoche, per quanto mi risulta, non particolarmente rilevante se non nelle media degli altri anni e che sta a significare che nonostante i problemi , i grossi problemi, gli iscritti continuano ad assegnare al sindacato, al nostro sindacato, un ruolo importante”.
… NON SUL NOSTRO IMPEGNO – “Numeri comunque alti che ci danno l’idea delle dimensioni di un grande sindacato nel suo insieme dove in tanti, in primo luogo dai delegati nei posti di lavoro ai quali va il più grande dei ringraziamenti, e poi a categorie e servizi , associazioni e confederazione , operatori politici e tecnici, contribuiscono a consolidare la presenza della Cisl su questo difficile e competitivo territorio”.
“Credo tutto questo ci da consapevolezza di essere parte importante in questa difficile società, ma è anche forza e stimolo per poter avere l’ambizione di continuare ad esserlo”.