“Caro Babbo Natale, anche quest’anno non mi hanno rinnovato il contratto. Puoi fare qualcosa?” Era dai tempi di Mariastella Gelmini che i sindacati della scuola non scendevano in piazza tutti insieme. Lo hanno fatto oggi e il cartello che tanti insegnanti portavano al collo ne sintetizza le ragioni. A compattare le sigle dei lavoratori dell’istruzione è stato infatti il maxiemendamento alla legge di Stabilità, che ha bloccato il rinnovo del contratto scaduto nel 2007 e gli scatti di anzianità provocando, secondo i sindacati, un “prelievo” di 300 milioni di euro.
Il provvedimento, approvato al Senato, è ora all´esame della Camera e proprio davanti a Montecitorio è iniziata la protesta di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Scals Confsal e Gilda Unams per sollecitare il Parlamento e il Governo a modificare l’impostazione della legge, proseguita poi in un’affollata manifestazione al teatro Quirino.
Secondo uno studio dei sindacati, il blocco del contratto, unito al blocco degli scatti di anzianità previsto dalla legge di stabilità, comporta una “doppia penalizzazione” che si traduce in mille euro all’anno in meno per un collaboratore scolastico, e da 2.500 a 3.000 euro all’anno per gli insegnanti.