Portare il Paese fuori dalla crisi adottando politiche economiche e fiscali non recessive finalizzate a sostenere la domanda interna. Questo chiedono a Governo e Parlamento gli esecutivi unitari di Cgil Cisl Uil che oggi hanno deciso di proseguire la mobilitazione contro le misure contenute nella Legge di stabilità con manifestazioni in tutte le regioni il 14 dicembre.
Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni, si tratta di “alzare il tiro” della mobilitazione sindacale, non di organizzare solo la protesta ma di sostenere proposte ragionevoli verificando allo stesso tempo le intenzioni espresse dal presidente del Consiglio. Intenzioni che comunque dovranno concretizzarsi in misure legislative, magari sotto forma di emendamento del Governo sul quale porre la fiducia alla Camera, che tengano assieme il taglio delle tasse per lavoratori, pensionati e imprese, il recupero dell’evasione fiscale e la spending review. Insomma, misure serie.
I sindacati non hanno alcuna intenzione di smobilitare. Lo spettro da combattere si chiama deflazione. Per questo occorre agire sulla domanda interna attraverso la leva fiscale in modo da attuare una vera e propria redistribuzione a favore dei ceti medi e bassi facendo pagare un po’ di più a chi invece ha sempre pagato poco.
Il fallimento delle politiche di austerità e rigore, così come quello dei tagli lineari alla spesa, è nei numeri della crisi e in particolare in quelli del Pil e della disoccupazione. La situazione, secondo Cgil Cisl e Uil, è talmente grave da richiedere una “presa di coscienza” da parte dei cittadini e soprattutto della politica per mettere in campo nell’immediato misure concretamente finalizzate da una parte a ripristinare un’adeguata capacità di spesa delle famiglie a reddito fisso e dall’altra a garantire il lavoro che c’è e in prospettiva a riavviare una fase di sviluppo tale da aumentare la domanda di nuova occupazione.
La mobilitazione sindacale continuerà fino a quando questi risultati non si saranno ottenuti. Inutile sperare in un allentamento dei vincoli europei. Quello che c’è da fare lo deve fare il Governo Letta. Basta scuse. Sindacati e imprese lo hanno scritto nero su bianco. Il tempo stringe. Anzi, per Cgil Cisl e Uil è quasi scaduto.
(conquistedellavoro.it)