Un accordo importantissimo – sottolineano le organizzazioni sindacali – per costruire insieme nuovi assetti istituzionali salvaguardando e riorganizzando la rete territoriale dei servizi pubblici: con meno livelli, meno enti intermedi, ma più qualità dei servizi e più investimento nelle competenze.
Sarà istituito un tavolo permanente di confronto nazionale sul riordino degli enti locali (a partire dalle unioni di comuni sotto i 5mila abitanti e dal riordino delle province) e tavoli permanenti regionali e territoriali su mobilità, formazione e riqualificazione professionale.
L’accordo stabilisce la salvaguardia dei livelli occupazionali per i lavoratori coinvolti nel ridisegno degli assetti territoriali degli enti, e rimarca che la mobilità non andrà ad incidere sui patti di stabilità.
Fondi per la produttività e per la contrattazione integrativa dei lavoratori delle unioni di comuni e per la gestione delle funzioni associate saranno oggetto di un costante monitoraggio.