Complessivamente, nei primi nove mesi del 2013 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Con riferimento ai principali macrosettori, a settembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,8% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.I settori che a settembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari bevande e tabacco (4,4%); agricoltura (3,7%); telecomunicazioni (2,5%). Si registrano variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di settembre è stato recepito un solo accordo mentre nessuno è scaduto. Insomma il gap a favore della crescita delle retribuzioni, il più alto da oltre tre anni, è dovuto al crollo dei prezzi, sui cui ha pesato la crisi, e non al rialzo degli stipendi, che si mantengono su livelli bassi, vicino ai minimi. E anche considerando i primi nove mesi del 2013 il rialzo tendenziale delle retribuzioni non supera in media l’1,4%.
L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto supera ancora i due anni, risultando in media pari a 28,7 mesi.
Anche il clima di fiducia dei consumatori a ottobre torna in calo, scendendo a 97,3 dopo avere raggiunto 100,8. Sul peggioramento, la prima contrazione dopo quattro mesi in rialzo, pesa il forte ribasso del clima economico. In diminuzione risultano comunque tutte le componenti, compresa quella relativa alla famiglia. Ottobre ha così bruciato il guadagno ottenuto nei mesi precedenti, con settembre che aveva visto l’indice tornare sopra la soglia 100.