Mentre in Piazza Loggia Cgil Cisl e Uil davano vita ieri pomeriggio al presidio indetto per ricordare gli immigrati morti il 3 ottobre nel mare di Lampedusa (e mentre in Consiglio comunale i rappresentanti della Lega davano conferma della loro pochezza uscendo dall’aula per non partecipare al simbolico minuto di silenzio dell’assemblea per le stragi dei migranti) le agenzie di stampa diffondevano la notizia di un analogo, drammatico episodio che si stava consumando nel canale di Sicilia; un altro barcone, un altro naufragio. Altri morti, 50, tra cui 10 bambini; 200 le persone tratte in salvo.
Il presidio sindacale – che si è svolto in contemporanea in tutte le principali città italiane – è stato caratterizzato dalle esperienze raccontate dagli immigrati e da una serie di richieste che Cgil Cisl Uil hanno ribadito con forza: il superamento della legge Bossi-Fini, l’abolizione del reato di clandestinità, una reale assunzione di responsabilità da parte dell’Europa.
Noi fuggiti per trovare una speranza (Bresciaoggi 12.10.2013)
Riproponiamo qui anche una riflessione di Enzo Bianchi – priore della comunità di Bose – sul sentimento della vergogna, che papa Francesco ha evocato di fronte alla tragedia dei migranti morti in mare.
Il senso italiano della vergogna (La Stampa 6.10.2013)