Ancora sulla Caffaro e sulla geometria variabile di certa idea sindacale
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Ancora sulla Caffaro e sulla geometria variabile di certa idea sindacale

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Pubblicato il 27 Agosto 2013

la caffaro di torviscosa Il 5 agosto Bresciaoggi ha pubblicato una piccata replica di Bruno Campovecchi alla risposta che il Segretario generale della Femca Cisl di Brescia, Beppe Marchi, aveva dato al suo tentativo di addossare all’accordo sindacale che due anni fa aveva salvato la Caffaro (firmato dalla Femca Cisl e dalle RSU Fictem Cgil – Femca Cisl – Uilcem Uil) la colpa del disimpegno annunciato a luglio dalla proprietà.

Dopo avere lamentato il tono della replica di Beppe Marchi (“un sarcasmo e una mancanza di rispetto che rasenta per i termini usati il turpiloquio e la diffamazione”) – disponibile integralmente nel nostro sito – Campovecchi parte all’attacco e chiede: “Al dunque, è vero o non è vero che l´accordo sindacale non sottoscritto da Cgil e Uil prevede la disapplicazione dell’art. 2112 del Codice Civile per il trasferimento di ramo d´azienda? Che i 42 lavoratori in cassa in deroga sono stati esclusi dallo stesso accordo? Che nell’accordo si recita, caso unico nelle relazioni sindacali, con l´approvazione della maggioranza dei lavoratori, quando invece è noto che il voto è avvenuto in assenza dei segretari di Cgil e Uil e che non esiste un verbale certificato? Che per quanto concerne le pratiche sindacali la democrazia si esercita consentendo a tutti i lavoratori di poter partecipare alle decisioni?”

Pacata ma allo stesso tempo puntigliosa la risposta che il Segretario della Femca Cisl ha inviato al giornale e che Bresciaoggi ha messo in pagina questa mattina, nella quale evidenzia come Campovecchi ponga “una serie di quesiti quasi fosse un pubblico ministero, che si rivelano però un ulteriore maldestro tentativo di arrampicarsi sugli specchi”. L’accordo Caffaro aveva infatti un precedente sottoscritto tranquillamente anche dalla Filctem Cgil, al Cotonificio Ferrari: “Stranamente verso quell’accordo Campovecchi non si è mai cimentato in elaborate analisi critiche e meno ancora lanciando anatemi”, commenta Marchi.

Sulla democrazia sindacale, ricordato al censore che il voto sull’accordo della Caffaro è stato gestito unitariamente dalla Rsu, Marchi conclude: “Inviterei Campovecchi con la sua commissione d’inchiesta sulla democrazia sindacale ad andare ad intervistare i lavoratori di qualche azienda del territorio bresciano dove a sindacalisti appartenenti alla Cisl non è stato nemmeno consentito di esprimere le proprie posizioni in assemblee nelle quali si sono decisi i destini degli stessi”.

 La lettera del Segretario Femca Cisl di Brescia