L’elenco dei problemi fornito dal sindacato è lungo e dettagliato: imposizione dei prezzi dei carburanti più alti d’Europa; volumi di vendita in progressiva picchiata dal 200; livello di royalty aumentati di oltre il 700% in 10 anni; accordi collettivi economici scaduti mediamente da più di quattro anni; valanga di lettere di disdetta dei contratti di gestione che espellono oltre 6.000 lavoratori e centinaia di imprese; impegni assunti con intese formali sottoscritti in sede istituzionale disattesi; norme di legge violate.
Tocca al Ministero dello Sviluppo economico il compito “di riportare all’interno delle regole – scrivono i sindacati in una nota – i comportamenti delle compagnie petrolifere e dei concessionari autostradali che si spartiscono la torta degli affari prodotti con un bene pubblico, quello autostradale, affidato in concessione, ai danni dei lavoratori del settore, dei consumatori che lo utilizzano e dell’intera collettività”.