“Positiva l’apertura del ministro Massimo Bray sulle assunzioni, ora bisogna iniziare il percorso di riorganizzazione del settore, a partire dalla deroga al taglio dei posti di lavoro previsto dalla spending review”. Questo il commento di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal-Unsa e Ugl-Intesa dopo l’incontro con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali dopo le due giornate di mobilitazione e di protesta messe in atto a fine giugno.
“All’incontro – scrivono i sindacati in una nota – il Ministro ha riconosciuto la grave carenza degli organici, così come la necessità di investire nella formazione e nella qualificazione continua dei lavoratori. Apprezziamo l’impegno assunto al Ministero dell’Economia e delle Finanze la proposta di riaprire le graduatorie degli idonei e procedere a colmare progressivamente le attuali carenze di personale. Ma chiediamo un atto di coraggio politico, che sia conseguente e corrispondente alle gravi preoccupazioni che il Ministro stesso ci ha esposto circa il futuro del mondo dei beni culturali, e che consenta la ripresa di una adeguata politica occupazionale e di riconoscimento professionale”.
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal-Unsa e Ugl-Intesa hanno accolto positivamente l’assunzione di responsabilità sul pagamento degli arretrati del salario accessorio, in particolare delle indennità di turno, ma ora invitano a guardare avanti. “E’ indispensabile iniziare un percorso serio di riorganizzazione del ministero – continua la nota sindacale – ed è per questo che abbiamo chiesto e ottenuto la disponibilità di Bray ad avviare un tavolo tecnico sulle tante questioni aperte. A partire dal riordino dei livelli territoriali del Ministero (direzioni e sovrintendenze) ma anche sul piano dei rapporti tra istituzioni pubbliche e soggetti privati: troppi i soldi spesi in consulenze e appalti e troppo carente l’integrazione tra i soggetti che concorrono alla tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale”.