Una protesta non solo per chiedere biblioteche efficienti, musei e archivi operativi, ma perché i beni culturali siano al centro di un grande piano di rilancio e siano inseriti tra le voci a sostegno del rilancio e dello sviluppo del nostro Paese. E’ quanto emerso dalla seconda giornata di mobilitazione del settore indetta dai sindacati della Funzione pubblica di Cgil Cisl Uil. Anche a Brescia i lavoratori dei beni culturali si sono fermati tenendo un’assemblea nei locali dell’Archivio di Stato.
Archivi, musei e biblioteche – hanno ricordato – sono da anni alle prese con una progressiva riduzione delle risorse e di personale. La Sovrintendenza di Brescia dovrebbe occuparsi di 391 comuni in tre province (Brescia, Mantova e Cremona): manca personale amministrativo per seguire le pratiche aperte e spesso i funzionari usano mezzi e risorse proprie per i sopralluoghi perché non ci sono soldi a copertura delle missioni.
Non va meglio all’Archivio di Stato – uno dei dieci maggiori archivi italiani con documenti di grande importanza distribuiti su 25 chilometri di scaffali – dove un direttore part time e 12 dipendenti riescono garantire l’apertura al pubblico solo per poche ore la settimana e le attività di conservazione, catalogazione e consulenza sono ridotte al minimo.