Nessuna “tassa” per la fine del rapporto di lavoro di colf e badanti impiegate dalle famiglie. Ad assicurarlo è il Ministero del Lavoro che ha chiarito – come chiesto con forza dalla Cisl – che il comma 31 dell’articolo 2 della legge di riforma del mercato del lavoro si applica “solo alle imprese e non alle famiglie”. Quindi, niente contributo una tantum per chi interrompe il rapporto di lavoro con la colf, la baby sitter o la badante. Il chiarimento del ministero mette fine alla vicenda che stava preoccupando non poco le famiglie italiane, per le quali il rischio era di dover sborsare fino a 1.450 euro in caso di licenziamento del lavoratore domestico.
Dignità per il lavoro di colf e badanti
Dai sindacati una lettera al Governo con la proposta di cinque azioni per estendere nel settore diritti e tutele