Pubblica Amministrazione e duplicazione dei costi. Lo strano caso dell’UEPE
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Pubblica Amministrazione e duplicazione dei costi. Lo strano caso dell’UEPE

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Pubblicato il 17 Novembre 2012

La Pubblica Amministrazione è da molti mesi al centro dell’attenzione per i tagli e il contenimento della spesa pubblica decisi dal Governo. Eppure ci sono esempi di duplicazione dei costi che sfuggono alla spending review. Come il costoso andirivieni tra Brescia e Bergamo dei lavoratori (21 assistenti sociali e 7 amministrativi) dell’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne di Brescia (con competenza sui territori di Brescia, Bergamo e Crema), struttura che dipende dal Ministero della Giustizia . Ma andiamo con ordine.

I COMPITI DELL’UFFICIO ESECUZIONI PENALI ESTERNE (UEPE)
L’ufficio collabora sia con il Tribunale di Sorveglianza, per fornire informazioni utili all’applicazione di misure alternative alla detenzione per i condannati a pena definitiva, sia con gli Istituti Penitenziari effettuando consulenza per favorire il buon esito del trattamento penitenziario.
Le attività di osservazione e trattamento affidate all’ufficio hanno lo scopo di favorire e promuovere il processo rieducativo delle persone che stanno scontando una pena e il loro reinserimento nella società. Ciò avviene anche attraverso compiti di vigilanza e di verifica del rispetto delle prescrizioni contenute nel provvedimento dell’autorità giudiziaria.

LA DECISIONE DI APRIRE UNA SEDE ANCHE A BERGAMO
L’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne ha sede a Brescia fin dalla sua istituzione, avvenuta alla fine degli anni ’70. Nel 2009 però, l’Amministrazione Penitenziaria ha deciso di aprire una sede di servizio anche a Bergamo, beneficiando di un locale messo a disposizione da un’altra amministrazione pubblica, senza tenere in considerazione le ripercussioni sull’attività lavorativa dei dipendenti. Infatti, non essendoci un organico autonomo assegnato alla “succursale”, da quattro anni i dipendenti di Brescia sono obbligati a fare la spola con Bergamo per tenere aperto l’ufficio più che per svolgere le attività di istituto.

UNA SCELTA INCOMPRENSIBILE
Prima ancora che per i provvedimenti sulla riduzione della spesa nella Pubblica Amministrazione, la scelta di aprire una sede dell’ufficio anche a Bergamo risulta incomprensibile per la cronica carenza di personale di tutto il servizio Esecuzioni Penali Esterne, aggravato dal fatto che nel corso degli anni il personale assegnato a Brescia si è ulteriormente ridotto a seguito di trasferimenti e distacchi.

LE PROMESSE MANCATE
La mancanza di volontà da parte dell’Amministrazione Penitenziaria di trovare una stabile soluzione al problema è apparsa ancora più evidente quando nell’ultimo interpello nazionale per il personale – nonostante le rassicurazioni fornite dall’Amministrazione – la sede di Bergamo non è stata inclusa.

UNA INUTILE DUPLICAZIONE DI COSTI
“Ben consapevoli dell’importanza di dare risposte immediate sul territorio all’utenza – scrivono in un comunicato Cisl Funzione Pubblica e Fp Cgil – siamo altresì consapevoli che in questo contesto di tagli di risorse e di organici, mantenere aperta una seconda sede dell’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne aumenta le spese per il Ministero, e indirettamente per i contribuenti, oltre a causare un disagio all’organizzazione del lavoro”. Una situazione paradossale, visto che il servizio era perfettamente garantito sul territorio bergamasco anche prima dell’apertura della sede orobica.

PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE
Per chiedere attenzione su questi problemi, Cisl Funzione Pubblica e Fp Cgil di Brescia hanno indetto lo stato di agitazione dei lavoratori. Tra i problemi che i sindacati chiedono di affrontare e risolvere c’è anche quello del rimborso del costo dei biglietti del treno, una spesa che l’Amministrazione fa anticipare ai dipendenti e che restituisce con diversi mesi di ritardo.

I SINDACATI: CHIUDERE LA LA SEDE DI BERGAMO O RENDERLA AUTONOMA
Nonostante i proclami sulla riduzione della spesa pubblica, l’Amministrazione Penitenziaria continua a volere tenere aperta una sede che è molto onerosa sia per contribuenti sia per gli stessi lavoratori. Per questo Cisl Funzione Pubblica e Fp Cgil di Brescia stanno sostenendo i lavoratori nella loro azione di protesta e chiedono all’Amministrazione di provvedere a rendere autonoma la sede di Bergamo. Visto poi il riassetto delle Provincie, e la conferma di quelle di Brescia e Bergamo, chiedono che le carenze dell’organico di Bergamo vengano sanate con personale stabile, che potrebbe essere reperito attraverso mobilità intercompartimentale e interpello nazionale; oppure di rivedere le scelte strategiche, soprattutto quando queste diventano un aggravio per le tasche dei cittadini lavoratori.

CONCILIAZIONE INSODDISFACENTE
Cisl Funzione Pubblica e Fp Cgil di Brescia non ritengono soddisfacente il tentativo di conciliazione presso la Prefettura e pertanto i lavoratori decideranno quali strumenti utilizzare per far valere la loro ragioni.