“Un comportamento irriguardoso e provocatorio – commenta Giovanni Punzi, Segretario generale dei Postali Cisl – anche perché i dirigenti di sede a Brescia sono addirittura 4 e a livello regionale sono un piccolo esercito”. Nessuno dei presenti ha risparmiato critiche a Poste Italiane che pur essendo una Società per Azioni – è stato sottolineato – non dovrebbe dimenticare che il suo maggior azionista è lo Stato, vale a dire i cittadini.
“Quel che da fastidio a Poste Italiane – spiega il sindacalista della Cisl – è che il Prefetto abbia convocato anche i rappresentanti dei lavoratori: sono arrivati a chiedere al rappresentante locale del Governo di incontrarci separatamente e al di fuori del tavolo di confronto con le istituzioni locali. Del resto è l’unico modo che hanno per non vedersi sbugiardati pubblicamente. L’ultima bugia? Quella che hanno messo a corredo dell’assurda giustificazione dell’assenza alla riunione di stamattina, e cioè che le informazioni sulle chiusure degli uffici postali erano state fornite alle organizzazioni sindacali lo scorso mese di luglio, dimenticandosi di aggiungere che non è stato possibile, ad oggi, confrontarsi su queste chiusure perchè Poste Italiane rifiuta ogni richiesta di dialogo visto che il piano è stato approvato a livello nazionale”.
”Eliminando il sindacato dal tavolo istituzionale – precisa il Segretario della Slp Cisl – eliminerebbero una voce scomoda che dispone dei dati complessivi di ciò che sta avvenendo nel bresciano”. La denuncia dei Postali Cisl è molto circostanziata: ad oggi sono stati razionalizzati 25 uffici postali, ne sono stati chiusi definitivamente 2; nel 2011 la somma delle giornate di chiusura di tutti gli uffici postali bresciani (senza considerare le chiusure estive e natalizie) è arrivata a 453 giorni: come se ogni giorno fossero stati chiusi quasi 4 uffici; nei primi 8 mesi del 2012 i giorni di chiusura sono stati 299, pari a 6 uffici postali chiusi al giorno. A questi bisogna aggiungere i giorni di chiusura che non vengono comunicati alle organizzazioni sindacali, per cui il dato reale sugli uffici chiusi ogni giorno è sicuramente più alto.
“E’ partendo da questi numeri – conclude Giovanni Punzi – che deve muovere un confronto serio con Poste Italiane: peccato che l’Azienda non mostri né serietà né responsabilità”.