Tempo di vacanza con i pensieri già all’autunno. I dati dell’Istat sulla produzione industriale non sono che un’ulteriore conferma della recessione in atto, con un crollo di otto punti percentuali “e vere e proprie voragini – osservano gli analisti – in alcuni settori chiave come l’auto”. Uno scenario molto difficile sul quale si innestano i rinnovi contrattuali in quasi tutti i settori produttivi. Ma proprio dai contratti – scrive ildiariodellavoro.it – può venire la scintilla per la ripresa” .
I DATI ISTAT
A giugno 2012 l’indice della produzione industriale è diminuito dell’1,4% rispetto al mese precedente, dell’8,2% rispetto a giugno 2011.
Le variazioni tendenziali sono negative in tutti i comparti. La diminuzione più marcata riguarda il raggruppamento dei beni intermedi (-10,2%), ma cali significativi si registrano anche per i beni di consumo (-8,0%) e per i beni strumentali (-7,5%). Diminuisce in modo più contenuto l’energia (-2,1%).
Le diminuzioni più ampie si registrano per i settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-14,6%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-13,1%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (-12,9%).
Per il settore auto, a giugno il calo è stato del 22,5% rispetto ad un anno prima, mentre nel semestre la diminuzione tendenziale è del 20,1%.
L’EDITORIALE DE “IL DIARIO DEL LAVORO”
Sono dati oggettivamente preoccupanti, motivo di ulteriori sollecitazioni alla stagione contrattuale appena iniziata e che entrerà nel vivo nei prossimi mesi. Se ne occupa ildiariodellavoro.it con un editoriale del suo direttore, Massimo Mascini, nel quale assegna proprio al rinnovo dei contratti un ruolo importante in funzione della ripresa. Ne proponiamo di seguito alcuni passaggi.
“La stagione contrattuale è partita. Sono state messe a punto le piattaforme rivendicative, in alcuni casi sono già state avviate le trattative, per lo più per un primo incontro, dandosi poi appuntamento a settembre. Non era scontato e per questo va salutato come un fatto positivo. In piena crisi, come non la vedevamo da decenni, onorare l’impegno dei rinnovi rappresenta un fatto importante che testimonia il senso di responsabilità delle parti sociali. (…)
In una situazione di crisi le relazioni industriali, tanto più quindi il rinnovo dei grandi contratti dell’industria, rappresentano, devono rappresentare uno strumento utile per creare i presupposti della ripresa. Se il problema è la competitività delle aziende, soprattutto di quelle che esportano, le parti sociali possono intervenire proprio con i nuovi contratti eliminando le cause dei ritardi che la produzione del nostro paese ha nei confronti della concorrenza. (…)
Come poi andrà a finire questa stagione contrattuale è difficile dirlo, proprio perché non sono nemmeno partite le trattative. Ma dalle intenzioni dichiarate sembra che ci siano le premesse per qualcosa di utile. Il sindacato sa benissimo che questi rinnovi devono essere segnati da un forte trade off, che gli aumenti salariali e quanto ancora possa essere richiesto e ottenuto deve trovare un corrispettivo che aiuti le aziende. E i rappresentanti dei lavoratori sono pronti a farlo, salvo poi decidere se sia più utile decidere certe cose al livello nazionale o non a quello decentrato, perché sanno che dalla salute delle aziende dipende la stabilità dei posti di lavoro e il futuro industriale del nostro paese”.