Brandelli di verità. Depositate le motivazioni della sentenza sulla strage di Piazza Loggia
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Brandelli di verità. Depositate le motivazioni della sentenza sulla strage di Piazza Loggia

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Pubblicato il 14 Luglio 2012

Sono scritte in 600 pagine le motivazioni della sentenza del quarto processo per la strage di Piazza della Loggia. Una montagna di parole da cui però sembrano emergere brandelli di verità.

 

 

600 pagine per spiegare come la Corte d’assise e d’appello di Brescia è arrivata, il 14 aprile 2012, all’assoluzione di Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte e Francesco Delfino. Ma anche per far emergere la convinzione della Corte che fu Carlo Digilio, artificiere di Ordine Nuovo, morto nel 2005, a consegnare all’estremista di destra Marcello Soffiati, morto nel 1988, l’esplosivo usato per confezionare la bomba fatta esplodere in Piazza Loggia. Per i giudici della Corte d’assise d’appello di Brescia un ruolo l’avrebbe avuto anche Eramanno Buzzi che nella lunga e travagliata vicenda giudiziaria sulla Strage è entrato e uscito infinite volte.

«Si tratta di un’apertura di verità, “quasi” giudiziale – ha dichiarato il Sindaco di Brescia Adrano Paroli – La ferita per la città resta, e non poteva che rimanere. Ma ora ci troviamo di fronte ad una verità, molto tardiva, ma verità».

Le pagine sulle motivazioni della sentenza pubblicate dal Giornale di Brescia
Digillo e Soffiati, firme sulla strage
Buzzi, non più cadavere da assolvere

Le pagine di Bresciaoggi
Piazza Loggia nuove verità su Digillo e Soffiati
Ecco perchè sono stati assolti tutti gli imputati