Difesa dell’occupazione, eliminazione della precarietà, welfare contrattuale, incremento del salario reale dei lavoratori. Sono i punti salienti della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per i lavoratori elettrici 2013-2015 in scadenza il 31 dicembre 2012 approvata dall’assemblea nazionale dei quadri e delegati Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uilcem Uil riunita oggi a Roma.
Un punto prioritario su tutti: i sindacati rivendicano una politica energetica di sostegno all’industria, ai servizi, per migliorare la qualità del servizio erogato e ridurre il costo del Kwh, con avvio immediato di investimenti in infrastrutture, la difesa dei siti energetici e dell’occupazione, diretta e indotta. Infatti, “alle croniche debolezze del passato – scrivono i sindacati in premessa – si è sommato il disordine attuale che ha anteposto ad una seria programmazione energetica la proliferazione di incentivi a pioggia: un esempio evidente è quello di una esplosione incontrollata, e non supportata dalla Rete, della produzione da fonti rinnovabili, mentre continuano a rimanere incagliati miliardi di investimenti in infrastrutture e impianti a carbone pulito, vitali per la sicurezza, la qualità del servizio, e l’abbattimento delle bollette per imprese e famiglie”.
In questo quadro, i sindacati ribadiscono la richiesta di istituire presso il ministero dello Sviluppo Economico una sede permanente di coordinamento delle politiche energetiche, nella quale si possa sviluppare la concertazione con tutti i soggetti imprenditoriali, istituzionali e sociali.
La piattaforma in sintesi
RELAZIONI INDUSTRIALI
L’attuale modello di “governance” delle imprese energetiche mostra forti limiti nel rispondere adeguatamente alle sfide del mercato ed alla missione sociale di chi deve produrre, trasportare, vendere e distribuire un bene essenziale come l’elettricità.
A parere dei sindacati il rafforzamento dell’impresa elettrica, in termini di maggiore competitività e redditività, passa necessariamente attraverso una evoluzione delle relazioni industriali in senso partecipativo dei lavoratori, attraverso la costituzione dei Consigli di sorveglianza e di potenziamento degli organismi bilaterali di settori (Osservatori e Commissioni).
Discorso a parte per la Responsabilità sociale delle imprese che i sindacati propongono di declinare sia per la sostenibilità ambientale che per via contrattuale aziendale, a cominciare dal protocollo sottoscritto (dicembre 2011) tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil sull’efficienza energetica.
Infine i sindacati ripropongono alle associazioni datoriali la riunificazione delle aree contrattuali e della filiera: “occorre definire – insistono – nei tre contratti nazionali (elettrico, gas-acqua, energia e petrolio) linee guida che, nella successiva vigenza contrattuale, pongano le condizioni per realizzare l’obiettivo del contratto unico del settore energetico”.
MERCATO DEL LAVORO
Il sindacato richiede l’incremento dell’occupazione anche attraverso il superamento delle forme attuali di flessibilità lavorativa per stabilizzare i rapporti di lavoro, utilizzando l’apprendistato professionalizzante come elemento principale di accesso al lavoro e potenziando la formazione continua.
Si richiede, inoltre, di definire “linee guida” che prevedano – nei casi di ristrutturazioni e di crisi industriali – la difesa occupazionale con l’impegno delle imprese all’adozione di strumenti non traumatici (contratti di solidarietà, ammortizzatori sociali, clausole sociali), accompagnati da forme di integrazione al reddito e programmi di formazione mirati al reimpiego.
WELFARE CONTRATTUALE
Definire un protocollo per l’erogazione dei servizi alla persona e alle famiglie, prevedere un percorso per unificare i vari fondi di previdenza integrativa presenti nel settore (Fopen, Fiprem, Pegaso), oltre a prevedere l’attivazione (da parte delle imprese) della posizione assicurativa dal momento di accesso al lavoro, a prescindere dalla tipologia contrattuale di ingresso.
Per il “Fisde”, il fondo sanitario integrativo, si richiede la sua estensione all’intero settore elettrico.
SALARIO
Punto fermo per i sindacati resta la tutela del potere di acquisto dei salari reali dei lavoratori: a questo scopo, si richiede un aumento salariale per il triennio 2013-2015 tra il 7 e il 9%, oltre alla rivalutazione di alcune voci economiche del contratto