Lavoro: il Senato ha approvato la riforma. Il provvedimento passa ora alla Camera
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Lavoro: il Senato ha approvato la riforma. Il provvedimento passa ora alla Camera

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Pubblicato il 31 Maggio 2012

Con 231 voti a favore, 33 contrari e 9 astenuti il Senato ha dato il via libera alla riforma del mercato del lavoro. Il Disegno di Legge passa ora all’esame della Camera. Il voto è arrivato dopo i quattro sì ad altrettante fiducie chieste dal Governo sul provvedimento di fronte a 600 emendamenti: fiducie che hanno riguardato flessibilità in entrata, flessibilità in uscita, ammortizzatori sociali e formazione.

GIORGIO SANTINI (CISL): UN BUON SEGNALE
La Cisl, sottolinea il segretario generale aggiunto Giorgio Santini, “valuta positivamente l’approvazione in Senato della riforma. Dopo anni di aspre contrapposizioni politiche e di forti lacerazioni sui temi del lavoro è un buon segnale che si sia ottenuto un largo consenso su una riforma che, pur con evidenti mediazioni, rappresenta certamente un avanzamento per il nostro paese, al quale ha dato un contributo importante il lungo confronto tra Il Governo e le parti sociali”.

L’IMPORTANTE LAVORO DI MEDIAZIONE DEI RELATORI
L’apporto dei relatori, senatori Treu e Castro, è stato prezioso – sottolinea Santini – ed ha contribuito a salvaguardare l’equilibrato e delicato impianto complessivo del provvedimento – materia dei licenziamenti compresa – migliorandolo in alcune parti: in particolare tutelando maggiormente i lavoratori a progetto, regolando meglio l’utilizzo dei voucher in agricoltura, introducendo la partecipazione dei lavoratori nell’impresa, ampliando gli ammortizzatori sociali anche per le aziende al di sotto dei 15 addetti, con il concorso delle parti sociali”.

DALLA CAMERA SI ATTENDE ORA UN’APPROVAZIONE SOLLECITA
Questa legge “potrà essere ancor più valida se, con una approvazione definitiva sollecita, sarà attuata in modo fortemente dinamico, in particolare con una estesa e rapida applicazione delle nuove regole sull’apprendistato per spingere l’accesso al lavoro dei giovani e con la realizzazione di politiche attive del lavoro realmente efficaci per il reimpiego dei tanti lavoratori oggi in cig o disoccupati. Ma – conclude – insieme alla piena applicazione della riforma, per far ripartire l’occupazione sono soprattutto necessari interventi mirati per la crescita, sostenendo gli investimenti, la qualità e la competitività del sistema economico per contrastare la recessione in atto e far ripartire al più presto l’economia nel nostro Paese”.

I COMMENTI DEI PARTITI
Il ddl lavoro è il primo provvedimento del governo Monti sul quale il Pdl e il Pd si sono confrontati, raggiungendo una mediazione, soddisfacente per entrambi i partiti. In sostanza, il Pdl ha fatto inserire maggiori elementi di flessibilità in entrata, graditi alle imprese; il Pd ha strappato una serie di tutele per i giovani inizialmente assenti dal testo. Presente in Aula il premier Monti le dichiarazioni finali. Gasparri (Pdl) parla di “sostegno costruttivo ma non acritico”. Tant’è vero che l’ex ministro del Lavoro Sacconi non ha partecipato al voto. Per Finocchiaro (Pd) il ddl è una “sintesi razionale e riformista”. Per D’Alia (Udc) la riforma “è un buon punto di equilibrio”.

SODDISFAZIONE DEL GOVERNO
Il ministro Elsa Fornero ha difeso il testo che, ha detto, “è stato migliorato” in Parlamento, compreso l’articolo 18, dove “è stato raggiunto un compromesso equilibrato, in linea con gli standard europei”. Il Governo per la prima volta non è ricorso ad un decreto, affrontando il dibattito parlamentare con un ordinario disegno di legge. Il premier Monti, soddisfatto anche per l’ok di Ue e Fmi, ha commentato: “La riforma deve servire a dare fiducia. Voglio che i giovani sentano che l’Italia è governata non per cercare il plauso delle diverse categorie, ma per il loro bene”.

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