“Il commercio non è un servizio essenziale da garantire 24 ore su 24, per 365 giorni l’anno”. Quello di Alberto Pluda, Segretario generale della Fisascat Cisl di Brescia, è un appello al buon senso che cerca il sostegno dei cittadini. E’ questo infatti l’obiettivo vero del presidio davanti al centro commerciale Freccia Rossa di Brescia che il sindacato del commercio della Cisl ha organizzato per domani pomeriggio, domenica 4 marzo.
Il giorno scelto – scrive questa mattina Bresciaoggi dando notizia del presidio della Fisascat Cisl – non è non è casuale: la mobilitazione avviene nella Giornata europea per le domeniche libere dal lavoro e fa parte della battaglia sindacale contro la liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali dei negozi introdotta con un decreto del Governo Monti. «Il provvedimento ha determinato una vera e propria deregulation e una situazione di completa anarchia autorizzata dove i più forti la fanno da padrone – commenta il segretario della Fisascat bresciana, Alberto Pluda – . Per quanto ci riguarda questa norma è un regalo alla grande distribuzione e penalizza i commercianti piccoli e medi che difficilmente riusciranno, con il personale, a far fronte ad aperture più ampie. Il rischio, con l’aggravio dei costi, è che qualcuno abbassi la saracinesca». Il pericolo, per il sindacato, è che per fare fronte alla concorrenza delle grandi strutture, si deroghi alle tutele contrattuali, erodendo la protezione dei lavoratori.
Anche il Giornale di Brescia riporta le dichiarazioni del Segretario generale della FIsascat Cisl: «L´articolo 31 del decreto del Governo cancella la programmazione locale e avvia una vera e propria deregulation, un sempre aperto che non aumenta nè consumi nè occupazione. Semplicemente non rispetta il diritto dei lavoratori di godersi il riposo con la famiglia». Al 65 per cento si tratta di dipendenti donne, in gran parte madri: «per loro nessuna attenzione alla conciliazione dei tempi», denuncia il segretario di categoria. «Siamo all´anarchia – commenta il sindacalista -. E a farne le spese sono tre milioni di addetti a livello nazionale, 60mila nel Bresciano». Secondo loro il problema dei consumi scarsi sta nei portafogli vuoti non nell´organizzazione. «Il commercio non è un servizio essenziale da garantire 24 ore su 24, per 365 giorni annui. Le 24 domeniche di lavoro che contrattavamo a livello lombardo ci sembrano sufficienti» insiste Pluda. In questi anni, nei dati del sindacato, l´estensione delle aperture non ha fatto crescere i posti ma il precariato, i frammenti di impiego, la flessibilità. I nuovi assunti hanno per obbligo la presenza nei festivi col risultato di una decurtazione del pagamento straordinario. Anche il recupero del riposo, due giorni ogni quattordici, non è sempre facile, si dice, soprattutto nelle piccole gestioni. La speranza, oltre che nella ennesima protesta di questo periodo che vede tutti scontenti, è nel ricorso alla Corte Costituzionale promesso dalla Regione.