Emozione e razionalità. Aprendo il convegno che questa mattina a Gardone Val Trompia la Cisl di Brescia ha organizzato per presentare l’ultimo libro di Guido Baglioni, il Segretario generale Enzo Torri ha usato queste parole per spiegare come la trama del rigoroso lavoro del sociologo sia intrecciata di umanità. “La lunga marcia della Cisl” – questo il titolo del libro edito da il Mulino – è quella dei suoi primi sessant’anni, segnata da personaggi straordinari che Baglioni ritrae con sobrietà e con efficacia, ma anche dalla lunga e partecipe vicinanza dell’autore, un gardonese che prima di lasciare la Valle per trasferirsi a Milano per frequentare l’università, per qualche mese ha anche lavorato come apprendista alla Beretta. Emozione e razionalità: su questo filo conduttore si è sviluppata l’intera mattinata del convegno.
Tiziano Treu, parlamentare e già Ministro del lavoro, si è detto d’accordo con l’autore: la Cisl ha vinto la sfida della modernizzazione, che va continuata con strategie nuove (molteplici sono stati i riferimenti all’attualità politico sindacale) guardando soprattutto al lavoro oggi meno tutelato che è quello dei giovani, ma non solo loro, costretti ad una flessibilità senza sicurezza. “Non è vero che l’Europa chiede all’Italia più flessibilità nel mercato del lavoro – ha detto Treu – chiede che nel anche nostro paese si agisca per la flexsecurity, una strategia che ha come fine la flessibilità ma come presupposto una maggiore sicurezza sociale”.
Per Bruno Manghi, sociologo e allievo di Baglioni, la Cisl non è state e non è la risposta ad un conflitto ma la traduzione di un progetto. Anche oggi la divisione sindacale si consuma sul metodo (conflitto-mediazione) ma non può fermarsi ad esso. “Non basta avere ragione – ha detto Manghi – occorre saper convincere delle buone ragioni di cui si è portatori”.
Anche Paolo Corsini ha messo l’accento sul non antagonismo della Cisl come scelta di fondo dell’organizzazione. Una scelta che va letta però con un altro cardine costitutivo della Cisl, che è l’autonomia. Confronto, mediazione, contrattazione da una lato, progettualità e proposta dall’altro: sta qui la sintesi della Cisl come fattore di modernizzazione per il sindacato e per il paese.
Tutto centrato sull’attualità l’intervento del Segretario generale della Cisl Lombardia Gigi Petteni, “perché il nostro dovere – ha detto – è quello di continuare la lunga marcia della Cisl, nel tempo e nelle contingenze che siamo chiamati a vivere, dando risposte, spiegando con pazienza che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Oggi dobbiamo essere consapevoli che è necessario stringere un nuovo patto sociale per la crescita, cioè per l’obiettivo vero che il Governo ha mancato in maniera colpevole. E dobbiamo sapere che un patto nasce da un’intesa forte che è basata sullo scambio. Sappiamo bene cosa vogliamo dal mondo imprenditoriale: investimenti, innovazione, sbocchi occupazionali, relazioni industriali degne di questo nome, partecipazione. Ma credo che ancora non sappiamo dire cosa siamo disposti a scambiare per ottenere quell’impegno dalla controparte. Lavoriamo dunque ad una nostra proposta, che sappia dire l’una e l’altra cosa, con il coraggio che non è mai mancato nella storia della Cisl.
A chiudere il convegno è stato l’autore del libro. Guido Baglioni non ha mancato di raccogliere le sollecitazioni emerse negli interventi ma, soprattutto, ha parlato di come le sue origini valtrumpline lo hanno messo a contatto con il mondo del lavoro e come questo imprinting abbia poi indirizzato i suoi interessi e i suoi studi. Ha ricordato il suo primo incontro con la Cisl e la vicinanza che ha sempre mantenuto con l’organizzazione, cominciando da Brescia – con Franco Castrezzati e altri amici di una stagione sindacale di grande difficoltà ma anche di grande vitalità – e poi a Milano e a livello nazionale. “Forse ho dato un qualche contributo allo sviluppo delle idee della Cisl – ha detto Baglioni – e ad elaborare strumenti perché il sindacato sapesse cogliere la portata dei mutamenti nei quali era coinvolto e le loro implicazioni sindacali”.
Un lungo e caloroso applauso è stata la risposta di una sala gremita di sindacalisti e di gardonesi. In prima fila anche il Sindaco di Gardone Val Trompia, Michele Gussago, che al termine del convegno ha invitato Guido Baglioni e i presenti a trasferirsi nelle vicina Villa Mutti Bernardelli, sede della Biblioteca e del Museo della città. In una breve e toccante cerimonia il Sindaco ha voluto sottolineare il legame tra Guido Baglioni e la sua città natale donandogli delle stampe e dei volumi dedicati alla storia gardonese.