La Cisl Fp di Brescia riunisce i delegati del pubblico impiego: manovra inaccettabile
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Pubblicato il 31 Agosto 2011
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Sarà il pubblico impiego ad aprire la serie di assemblee messe in calendario dalla Cisl di Brescia per discutere con i delegati della manovra economica del Governo, da quella di luglio a quella aggiuntiva di Ferragosto, fino alle vergognose e inaccettabili “migliorie” decise da Pdl e Lega nella giornata di lunedì. La Cisl Fp riunirà i suoi delegati sabato 3 settembre alle ore 9,30 nell’auditorium della Cisl a Brescia. L’assemblea sarà aperta a tutti gli associati e sarà un’occasione di confronto su quanto la Cisl sta faticosamente mettendo in campo in questi giorni per restituire la dignità al lavoro dipendente ed al pubblico impiego sempre più vessato da ogni lato da una gratuita e volgare campagna diffamatoria. La reazione del pubblico impiego all’iniquità e all’ingiustizia della manovra si è tradotta anche in una nota congiunta di Cisl Fp e Cisl Scuola. “L’ipotesi di escludere dal computo dell’anzianità previdenziale i periodi riscattati – scrivono le due categorie – è inaccettabile. Un’operazione si tradurrebbe per buona parte dei lavoratori pubblici e per moltissimi lavoratori della scuola in un’ennesima penalizzazione”. Cisl Fp e Cisl Scuola ribadiscono che contrasteranno con forza “ogni intervento che scarichi in modo così pesante e discriminatorio sui lavoratori pubblici e della scuola i costi della manovra”.
Secondo il costituzionalista Michele Ainis, l’aver escluso i periodi di laurea o di servizio militare dal calcolo degli anni necessari a raggiungere l’anzianità contributiva “lede un principio non scritto, ma che si può trarre dall’art.2 della Costituzione, e al quale la Corte Costituzionale ha fatto riferimento più volte in passato per bocciare una legge: è il principio dell’affidamento. Io cittadino devo potermi fidare delle promesse del legislatore, mentre una previsione retroattiva come quella sulle pensioni è un tradimento delle promesse del legislatore».
Altro “capolavoro” delle intese di Pdl e Lega di lunedi è stato quello di avere cancellato il contributo di solidarietà per i grandi redditi, fatta eccezione per i dipendenti pubblici. Ad esserne colpiti sono ovviamente dirigenti e magistrati. «È del tutto evidente l’incostituzionalità del contributo di solidarietà per i soli dipendenti pubblici”, denuncia un documento del Comitato intermagistrature, mentre ancora una volta vengono risparmiati “gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato e le fonti di spreco delle risorse più volte segnalate”.