I prezzi dei carburanti alla pompa sono troppo alti e non sono commisurati al costo del greggio. Anzi, come hanno denunciato tutte le associazioni dei consumatori, per effetto anche dell’aumento delle accise, un pieno di benzina costa 11 euro di più rispetto ad un anno fa, quando il petrolio era quotato esattamente come oggi, circa 85 dollari al barile. Lo denuncia la Cisl che nei mesi scorsi è stata tra i promotori di una raccolta di forme per una legge di iniziativa popolare che liberi la commercializzazione delle benzine dal capestro dei grandi marchi. E’ quanto denuncia in una nota. “Ciò che sta succedendo è una vera vergogna – ha detto il Segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni – Il costo del greggio e’ sceso del 17% nelle ultime settimane, anche per effetto del dollaro debole. Ma il prezzo della benzina non sta scendendo con la stessa velocità. Un film già visto e rivisto. Non finiremo di indignarci per questa situazione. Spero che il parlamento approvi subito la legge che liberalizza il settore della vendita dei carburanti , tagliando drasticamente anche le accise. Il costo dei carburanti pesa enormemente sull’economia del paese, sui lavoratori, sulle famiglie e sulle imprese. E’ davvero intollerabile quello che accade nel nostro Paese, dove da una parte le grandi compagnie petrolifere fanno,di fatto, una sorta di “cartello”, aumentando i prezzi dei carburanti senza alcuna concorrenza e senza alcun controllo; dall’ altra parte lo Stato incassa senza colpo ferire centinaia di milioni di euro di tasse in più senza restituire niente ai cittadini. Ecco perché non ci stancheremo di portare avanti questa battaglia sulla liberalizzazione del settore della vendita dei carburanti nell’interesse dei lavoratori e di tutti i cittadini italiani”.
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Contro il “cartello” dei petrolieri e il silenzio del Governo
2 min per leggere questo articoloPubblicato il 26 Agosto 2011